Schermi in fiamme: il cinema della contestazione. 1967-1972 (parte prima)

Al Cinema Trevi di Roma dal 21 al 30 marzo

Chi si ricorda il cinema della contestazione? Subito vengono in mente immagini di film dei registi più conosciuti (Bertolucci, Bellocchio, Faenza, Samperi, Cavani, i fratelli Taviani), ma gli altri chi li ricorda? Eppure la generazione del ‘68 è stata l’ultimo sussulto di un cinema d’autore: tutti esordienti e tutti con delle opere prime impegnate, originali e sperimentali. Tristi epigoni bellocchiani e/o bertolucciani o sane e interessanti alternative a un linguaggio cinematografico già a sua volta contestatario? L’unico modo è quello di (ri)vederli al buio di una sala cinematografica attraverso gli occhi impietosi dell’oggi: ci sarà chi li giudicherà datati, chi invece rimpiangerà un certo modo di fare cinema. Una cosa è certa: sono opere più citate che viste, dove i titoli stessi, involontari slogan pubblicitari, sono stati saccheggiati dalla cosiddetta “società dello spettacolo”. Solo qualche esempio: Fermate il mondo… voglio scendere!, Dipingi di giallo il tuo poliziotto, La ragazza di latta, Brucia ragazzo, brucia, Sai cosa Stalin faceva alle donne?, Morire gratis. L’impeto della contestazione ha comunque infiammato il Centro Sperimentale di Cinematografia e quella fiamma non si poteva ignorare, si è pertanto deciso di offrire alcuni esempi di opere di allievi dell’epoca, altrimenti invisibili, sotto la definizione accattivante: I contestatori del CSC. Il resto – e non meno importante! – è quello che rimane: corpi, volti del bel tempo che fu impressi sulla natura effimera chiamata pellicola a futura memoria di chi il ’68 l’ha vissuto e di chi doveva ancora nascere.

Retrospettiva a cura di Alfredo Baldi, Domenico Monetti e Luca Pallanch

martedì 21
ore 18.00
E se per caso una mattina… (1972)
Regia: Vittorio Sindoni; soggetto: V. Sindoni; sceneggiatura: V. Sindoni con la collaborazione di Rosanna Faggiani; interpreti: Pamela Tiffin, Virginio Gazzolo, Tony Miranda Jr.; origine: Italia; durata: 82’
Un impiegato del Ministero si innamora di un’hippy e abbandona la famiglia. Non riuscirà, però, a cambiare mentalità e finirà col soffocare gli istinti rivoluzionari dei suoi nuovi compagni. Uno dei pochi film italiani che tenta di accostarsi al mondo degli hippy. Si impone la bellezza di Pamela Tiffin, la quale si permette di imitare la Venere allo specchio del Velázquez, senza sfigurare al confronto.

ore 20.00
Il mostro della domenica (ep. di Capriccio all’italiana, 1968)
Regia: Steno; soggetto e sceneggiatura: Roberto Gianviti, Stefano Vanzina; interpreti: Totò, Ugo D’Alessio, Dante Maggio, Regina Saiffert, Sandro Merli; origine: Italia; durata: 25’
Ultimo film di Totò, che si congeda regalandoci un indimenticabile personaggio: un anziano signore che odia i capelloni e li punisce tagliandogli i capelli. Per raggiungere il suo scopo si inventa mille travestimenti, altrettante istantanee sul costume italico dell’epoca.

ore 20.30
Dibattito tra Goffredo Fofi e Adriano Aprà

a seguire
Il gatto selvaggio (1969)
Regia: Andrea Frezza; soggetto e sceneggiatura: A. Frezza; interpreti: Carlo Cecchi, Juliette Mayniel, Pier Paolo Capponi, Gabriella Mulachié, Francesca Benedetti, Ferruccio De Ceresa; origine: Italia; durata: 75’
Un giovane contestatore passa dalla teoria ai fatti, eliminando i nemici della rivoluzione. Film, definito da Mereghetti «tristemente profetico», che animò i dibattiti sulla costruzione di una bomba molotov e, a suo modo, fece epoca. Cecchi meteora del cinema sessantottino, prima del teatro e di Morte di un matematico napoletano. Da segnalare la presenza di Amelio quale assistente alla regia.

mercoledì 22
ore 17.00
La donna a una dimensione (1969)
Regia: Bruno Baratti; soggetto: B. Baratti, Massimo Mida; sceneggiatura: B. Baratti, Sergio Bazzini; interpreti: Françoise Prevost, Massimo Farinelli, Gabriella Grimaldi, Rate Furlan, Olga Linka, Isa Miranda; origine: Italia; durata: 98’
La contestazione capitalista di una ricca madre di famiglia che aderisce all’attentato ai danni della fabbrica del marito e fa opera di proselitismo sui due figli. Unico film di Baratti, fedele sceneggiatore di Gianni Puccini, che mette a nudo le incertezze della donna divisa fra doveri familiari e aspirazioni di libertà. Splendido cameo di Isa Miranda, mentre Buzzanca imperversa su uno schermo televisivo.

Evento speciale
Tre inediti della propaganda fascista

ore 18.40
Tavola rotonda. Partecipano Sergio Toffetti, Mino Argentieri, critico e storico del cinema, Nicola Caracciolo, storico e documentarista, Angelo S. Draicchio, Ripley’s Film, Emilio Gentile, ordinario di storia contemporanea all’Università “La Sapienza” di Roma, e il regista Carlo Lizzani

Il bidello dei mari (1940)
Documentario di propaganda n. 1
Regia: Flavio Calzavara; interprete: Virgilio Riento; durata: 9’
Quanto impiega una nave da New York a Napoli a una velocità di 20 nodi? 8 giorni se non fosse, come illustra il bidello agli alunni di una classe elementare, per il blocco navale inglese.

Attenzione! (1940)
Documentario di propaganda n. 2
Regia: Giuseppe Amato; interpreti: Assia Noris, Vittorio De Sica, Virgilio Riento, Lauro Gazzolo: durata 8’
Produzione Amato per Cines,
Assia Noris si lamenta di essere trascurata dal fidanzato che invece lavora nella fabbrica Rancas, impegnata di notte nella produzione segreta di materiale bellico. Ma “non fatelo sapere” ammonisce il cartello finale.

Il teatro delle meraviglie (1940)
Documentario di propaganda n. 3
Regia di Flavio Calzavara; interprete: Aldo Fabrizi; durata: 9’
In un teatro di Roma, Aldo Fabrizi, qui alla sua prima apparizione cinematografica, intrattiene la platea con una serie di storielle e battute antinglesi.
Evento in collaborazione con RIPLEY’S FILM Srl
serata a inviti

ore 21.00
Morire gratis (1966-67)
Regia: Sandro Franchina; soggetto e sceneggiatura: S. Franchina; interpreti: Karen Blanguernon, Franco Angeli, Isabel D’Avila, Mario Pisu; origine: Italia; durata: 72’
«Morire gratis è morire per niente ma io non ho paura della morte… artista delegato, impotente, alcolizzato». Sono le parole di Franco Angeli, nella vita come nel film artista romano di piazza del Popolo, in viaggio on the road da Roma a Parigi in compagnia della sua ultima creazione artistica: una lupa capitolina. In netto anticipo rispetto a Easy Rider (la droga viene nascosta nel ventre della scultura, nel film statunitense veniva collocata nel serbatoio delle motociclette), Morire gratis è l’unico lungometraggio, mai distribuito, di Sandro Franchina, rosselliniano nell’ascendenza (interpretò il bambino di Europa ’51), amico di Jean Rouch, di Bellocchio e di Rohmer, collaboratore di Langlois alla Cinémathèque Française. Il film è uscito solo di recente da un oblio vergognoso.

giovedì 23
ore 17.00
Mio Mao (1970)
Regia: Nicolò Ferrari; soggetto e sceneggiatura: N. Ferrari; interpreti: Yves Beneyton, Rosemary Dexter, Livio Barbo, Ivo Mazzucchelli, Teri Hare, Francesca Romana Coluzzi; origine: Italia; durata: 99’
Un gruppo di giovani in viaggio verso la Cina, meta dei loro ideali, con un obiettivo sulle spalle: introdurre il vizio. Ad uno ad uno abbandoneranno al suo destino la loro guida, Giuda (!). Raro film on the road, che va decisamente controcorrente. Come scrisse Solmi su «Oggi», «Ferrari non partecipa al “crucifige” dei benpensanti verso i suoi personaggi», per i quali prova “una sorta di accorta simpatia, che si muta a poco a poco in umana pietà”.

ore 19.00
Io, Emmanuelle (1969)
Regia: Cesare Canevari; soggetto: C. Canevari ispirato al racconto Disintegrazione 68 di Graziella Di Prospero; sceneggiatura: Giuseppe Mangione, Graziella Di Prospero, C. Canevari; interpreti: Erika Blanc, Adolfo Celi, Paolo Ferrari, Milla Sannoner; origine: Italia; durata: 96’
Emmanuelle vaga disperata per la città, inseguendo il ricordo dell’uomo dal quale è stata lasciata, fino alla sorprendente rivelazione finale. Sullo sfondo la contestazione giovanile che la vede occasionalmente coinvolta. Erika Blanc porta sul suo corpo il peso dell’intero film; peccato che un critico ingeneroso, Ripamonti sull’«Avanti!», l’abbia bocciata senza appello: «Il particolare più espressivo […] è l’ombelico». Da non confondere con le varie Emmanuelle, con o senza le due m.

ore 21.00
Fermate il mondo… voglio scendere! (1968)
Regia: Giancarlo Cobelli, soggetto: Giancarlo Badessi, G. Cobelli; sceneggiatura: Giancarlo Badessi, Laura Betti, G. Cobelli; interpreti: Lando Buzzanca, Barbara Steele, Paola Pitagora, Claude Vega, Pierluigi Pagano, Enzo Robutti; origine: Italia; durata: 90’
La fantasia al potere. Alcuni giovani contestatori vivono in un surreale appartamento. Uno di loro tenta con successo la strada della televisione, venendo stritolato dagli ingranaggi del potere. Il poliedrico talento di Cobelli, le musiche di Piccioni, la fotografia di Dario Di Palma, il montaggio di Franco Arcalli e un inedito Buzzanca per uno dei più bizzarri esordi del cinema italiano.

venerdì 24
ore 17.00
Interrabang (1969)
Regia: Giuliano Biagetti; soggetto: da un racconto di Edgar Mills; sceneggiatura: Luciano Lucignani, Giorgio Mariuzzo, Edgar Mills; interpreti: Haydée Politoff, Corrado Pani, Beba Loncar, Soshana Cohen, Tellino Tellini, Umberto Orsini; origine: Italia; durata: 93’
Un celebre fotografo si reca in un’isola deserta per un servizio fotografico insieme alla moglie, alla modella e a un amica. La presenza di un altro uomo genera morti e colpi di scena a catena. Tipico prodotto di uno dei “figli di Men”, come li aveva definiti Fofi ne Il cinema italiano: servi e padroni: «Gioventù, amore e rabbia, tanto sesso […]; un po’ di contestazione studentesca o di politica; un po’ di crisi di sentimenti; un po’ di esotismo», nel caso specifico anche molto Antonioni. Ma l’intreccio funziona e la Politoff non si dimentica.

ore 19.00
Femina ridens (1969)
Regia: Piero Schivazappa; soggetto e sceneggiatura: P. Schivazappa; interpreti: Philippe Leroy, Dagmar Lassander, Lorenza Guerrieri, Varo Soleri; origine: Italia; durata: 88’
Sayer è un magnate che, in seguito a un trauma infantile, ha il terrore dell’amplesso. Sfoga la sua sessualità repressa in continui giochi in cui finge di torturare o uccidere le sue vittime, tutte prostitute a pagamento. Anche Mary, una sua impiegata, si lascia seviziare, ma ben presto il magnate s’innamora di lei. Apologo beffardo e ingannevole sull’eterna lotta tra i sessi, Femina ridens gioca troppo in anticipo sui tempi trattando argomenti come l’emancipazione femminile e il ridimensionamento del maschio. Il film si avvale di contributi scenografici d’avanguardia, come il design ultra-moderno e psichedelico che omaggia Claude Joubert, Plexus e Giuseppe Capogrossi.

ore 21.00
Incontro con Maurizio Liverani

a seguire
Sai cosa faceva Stalin alle donne? (1969)
Regia: Maurizio Liverani; soggetto: M. Liverani; sceneggiatura: M. Liverani, Benedetto Benedetti; interpreti: Helmut Berger, Margaret Lee, Silvia Monti, B. Benedetti, Piero Vida, Solvejg D’Assunta; origine: Italia; durata: 79’
Film scandalo che mette alla berlina il comunismo e i suoi miti. Rivisto oggi, divertentissimo, con un Benedetto Benedetti, intellettuale del dissenso, che si atteggia a Stalin e un Helmut Berger in crisi d’identità, dopo la comune esperienza partigiana. Un ritratto dell’Italia dal dopoguerra al ’68: un C’eravamo tanto amati al vetriolo, senza omaggi alla commedia all’italiana.

sabato 25
I contestatori del Csc
ore 17.00
Teatro – Film O- (1968)
Regia: Renato Tomasino; soggetto e sceneggiatura: R. Tomasino; interpreti: Olimpia Carlini, Antonio Iglesias, Sergio Serafini, Stefania Giari, Rosita Toros, Giorgio Dolfin; durata: 88’
Tipico manifesto della contestazione sessantottina. La relazione amorosa tra l’autore e l’attrice è scandita in otto capitoli che costituiscono altrettante tappe di un’analisi del sistema capitalistico in un’ottica rivoluzionaria, antiamericana e terzomondista. I proclami sovversivi sono intervallati dalle immagini di strip-tease di una splendida bionda (simbolo della decadenza del capitalismo? Allegoria della necessità di spogliarsi delle sovrastrutture intellettuali? Espediente per catturare lo spettatore?). Film “detto” piuttosto che narrato, si conclude inaspettatamente con una malinconica autocritica sull’utilità degli sforzi rivoluzionari per rendere più giusta l’umanità.

ore 19.00
Fuori campo (1969)
Regia: Peter Del Monte; soggetto: P. Del Monte; sceneggiatura: Franco Pecori, P. Dal Monte; interpreti: Nicole Tessier, Bruno Cattaneo, Vittorio Fanfoni, Antonio Tanda, Luciano Torelli, Alessandro Haber; durata: 78’
Una comparsa vestita da soldato attraversa un villaggio western, cammina per Cinecittà incrociando altre comparse vestite da antichi romani o con abiti in costume, vaga per la campagna fino a raggiungere la piscina, dove una ragazza si è tolta il vestito di scena e prende il sole. È il primo di una serie di incontri del protagonista, incerto sul senso della propria esistenza e bombardato da frasi altrui, alle quali oppone poche parole e lunghi silenzi. Del Monte fotografa le incertezze di un’epoca, partendo dal cinema come atto creativo che dovrebbe incidere veramente sulla realtà.

ore 20.30
I parenti tutti (1967)
Regia: Fabio Garriba; soggetto e sceneggiatura: F. Garriba; interpreti: F. Garriba, Bianca Bresadola, Renato Tomasino, Antonio Serventi, Nico D’Alessandria, Olimpia Carlisi; durata: 18’
Ossessionato dalla madre che lo considera un fallito perché non ha voglia di fare nulla, il protagonista immagina la propria morte e il relativo funerale, con tanto di necrologio: «Fabio Garriba di anni 22». La ribellione giovanile ridotta ai minimi termini: la morte come fuga dalle regole borghesi.

a seguire
In punto di morte (1971)
Regia: Mario Garriba; soggetto e sceneggiatura: M. Garriba; interpreti: Fabio Garriba, Elio Capitoli, Vincenzo Porcelli, Pancrazio Catarcia, Emilio Simoncini, Ercole Ercolani; durata: 58’
Girato in soli 15 giorni, con un budget complessivo di 7.819.000 lire, In punto di morte preannuncia il morettismo a venire (Io sono un autarchico, Ecce Bombo…) mettendo in scena “i sogni d’oro” di un giovane della piccola borghesia (interpretato da Fabio Garriba, fratello del regista) che si rifiuta di crescere, sbeffeggiando e criticando tutti (la madre, gli amici, la ragazza). Il film vince il Pardo d’oro come miglior opera prima ex aequo con … Hanno cambiato faccia al Festival di Locarno. Curiosità del destino: il regista Mario Garriba parteciperà come attore a Sogni d’oro e Bianca.

domenica 26
ore 17.00
La Cina è vicina (1967)
Regia: Marco Bellocchio; soggetto: M. Bellocchio; sceneggiatura: M. Bellocchio, Elda Tattoli; interpreti: Glauco Mauri, Elda Tattoli, Paolo Graziosi, Daniela Surina, Pierluigi Aprà, Alessandro Haber; origine: Italia; durata: 107’
Secondo film di Marco Bellocchio, La Cina è vicina allarga il campo d’analisi: dopo l’odiata borghesia ecco l’incontro tra individui appartenenti a classi diverse, ma il marcio non cambia. Carlo, giovane ragioniere del Partito Socialista Unificato, che aspira a un posto di assessore, si vede preferire il più ricco Vittorio. Amareggiato, Carlo decide di sistemarsi mettendo incinta Elena, la sorella di Vittorio, e lo stesso farà Giovanna, ex fidanzata di Carlo, che obbligherà Vittorio a sposarla col ricatto della maternità.

ore 19.00
Cuore di mamma (1969)
Regia: Salvatore Samperi; soggetto: S. Samperi, Sergio Bazzini; sceneggiatura: S. Samperi; interpreti: Carla Gravina, Beba Loncar, Philippe Leroy, Yorgo Voyagis, Paolo Graziosi; origine: Italia; durata: 92’
Lorenza, separata dal marito, vive con tre figli molto particolari: il primogenito, aiutato dalla sorella, annega il fratello minore, poi uccide la ragazzina asfissiandola col gas. La madre è troppo apatica per avere una qualsiasi reazione. Forse il film più sperimentale di Salvatore Samperi, con una Carla Gravina nella parte di una madre che non parla mai e un montaggio debitore del cinema di Godard.

ore 21.00
Partner (1968)
Regia: Bernardo Bertolucci; soggetto e sceneggiatura: B. Bertolucci, Gianni Amico, interpreti: Pierre Clementi, Stefania Sandrelli, Tina Aumont, Sergio Tofano; origine: Italia; durata: 105’
Ispirato a un testo classico sulla schizofrenia come Il sosia di Dostoevskij, Partner è un enunciato teorico e antirealistico, molto vicino a certi sperimentalismi godardiani, che riflette su teatro, cinema, politica e vita, per dimostrare che niente è vero e naturale, ma tutto è rappresentazione. Tra gli attori che interpretano gli studenti ci sono David Grieco e Salvatore Samperi. Francesco Tullio Altan, autore delle scenografie, è citato nei titoli come Jean Robert Marquis.

lunedì 27
chiuso

martedì 28
ore 17.00
Le salamandre (1969)
Regia: Alberto Cavallone; soggetto e sceneggiatura: A. Cavallone; interpreti: Erna Schurer, Beryl Cunningham, Anthony Vernon, Tony Carrel; origine: Italia; durata: 88’
A Tunisi divampa l’amore fra una fotografa e la sua modella, mentre da lontano giungono gli echi del Vietnam e della rabbia di Harlem e un uomo è pronto a minacciare la loro unione. Il talento irregolare del regista milanese è da sempre misconosciuto dalla critica: «Il film di Cavallone è brutto, d’una bruttezza quasi incredibile», scrisse Umberto Rossi, ma a salvarlo basterebbe da sola la bellezza delle due protagoniste. Nemmeno erotismo ed esotismo, le armi vincenti nel periodo di Bora Bora, riuscirono, però, a salvarlo dall’insuccesso economico.

ore 19.00
Brucia ragazzo, brucia (1969)
regia: Fernando Di Leo; soggetto e sceneggiatura: F. Di Leo, Antonio Racioppi; interpreti: Françoise Prevost, Gianni Macchia, Michel Bardinet, Monica Strebel, Danika, Anna Pagano; origine: Italia; durata: 88’
Una donna tradisce il marito con un bagnino scoprendo i piaceri di una perfetta intesa sessuale. Il suo matrimonio crollerà inesorabilmente. Il Di Leo meno conosciuto, prima del poliziesco, quando il suo interesse era incentrato sulla morale borghese e sulla famiglia che ne deteneva le convenzioni e le regole, alle quali contrapponeva l’arma di una libertà, peraltro, ancora immatura.

ore 21.00
Incontro con Pier Francesco Pingitore

a seguire
Dipingi di giallo il tuo poliziotto (1970)
Regia: Pier Francesco Pingitore; soggetto e sceneggiatura: P. F. Pingitore; commento: Mario Castellacci, P. F. Pingitore; origine: Italia; durata: 71’
Reportage in Europa sulla contestazione giovanile vista con lo sguardo pungente di “papà”. Un titolo indimenticabile per un documentario poco visto.

mercoledì 29
ore 17.00
Il gatto selvaggio (replica)

I contestatori del Csc
ore 19.00
Il canto d’amore di Alfred Prufrock (1967)
Regia: Nico D’Alessandria; soggetto e sceneggiatura: N. D’Alessandria; interpreti: N. D’Alessandria; durata: 20’
Un dolente testo di Thomas Stearns Eliot, letto, interpretato, manipolato dalla voce narrante di Carmelo Bene, il cui accento anticipa quella di Volonté in Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e ben si sposa con le distorsioni sonore prodotte da Luciano Berio, che fanno da contrappunto più che da semplice sottofondo: vocalizzi, cigolii, suoni stridenti, voci umane/inumane. Il regista insegue immagini non meno “distorsive”. Tre geni o tre megalomani? Comunque, devastante impatto nell’orizzonte del Centro Sperimentale anni ’60 di Nico D’Alessandria (L’imperatore di Roma, L’amico immaginario, Regina Coeli), regista fra i più indimenticabili del cinema italiano… che pochi ricorderanno.

a seguire
Erostrato (1965)
Regia: Roberto Faenza; soggetto: dal racconto Erostrate di Jean-Paul Sartre; sceneggiatura: R. Faenza; interpreti: Leopoldo Trieste, Giovanna Lenzi, Bianca Maria De Tomasi, Nazareno Natale; durata: 45’
Grande prova di Leopoldo Trieste che anticipa Travis, il protagonista di Taxi Driver, e richiama, nelle movenze e nell’aspetto, il Peter Sellers di Hollywood Party. Trieste è un impiegato in guerra con il mondo, rinchiuso in un universo attraversato da rabbia e deliri di onnipotenza, che s’identifica col personaggio di Erostrato, famoso per aver incendiato il tempio («il tempo gli ha dato ragione»), scrive lettere a scrittori famosi (Calvino, Berto, Moravia…), compra una pistola e ne rimane fatalmente affascinato.

ore 20.30
Delitto al circolo del tennis (1969)
Regia: Franco Rossetti; soggetto e sceneggiatura: Ugo Guerra, F. Rossetti, Francesco Scardamaglia, liberamente ispirato al racconto omonimo di Alberto Moravia; interpreti: Anna Gael, Roberto Bisacco, Angela Mc Donald, Chris Avram, Mario Guizzardi, Claudio Trionfi; origine: Jugoslavia-Italia; durata: 90’
Tre giovani contestatori tramano ai danni del padre di una di loro, ma dietro il gesto rivoluzionario si nasconde il dramma dei sentimenti. Film, nemmeno citato nei dizionari più in voga, assolutamente da recuperare con un intenso Chris Avram e la spendida fotografia di Vittorio Storaro. Echi pop e una lenta discesa nell’abisso.

giovedì 30
ore 17.00
La ragazza di latta (1970)
Regia: Marcello Aliprandi; soggetto e sceneggiatura: M. Aliprandi, Fernando Imbert;
interpreti: Sydne Rome, Roberto Antonelli, Elena Persiani, Umberto D’Orsi; origine: Italia; durata: 91’
Un giovane funzionario di una grande azienda non cede al conformismo imposto dall’alto e vive in un mondo tutto suo, abbagliato dalla bellezza di una ragazza diversa dalle altre, che si rivelerà anch’essa un prodotto aziendale. Grottesca raffigurazione del potere e del consumismo. «Un film nuovo, originale, diverso, tutto da vedere»: non è il flano, ma la recensione di Paolo Valmarana su «Il Popolo».

ore 19.00
… Hanno cambiato faccia (1971)
Regia: Corrado Farina; soggetto: C. Farina; sceneggiatura: Giulio Berruti, C. Farina; interpreti: Adolfo Celi, Geraldine Hooper, Giuliano Disperati, Francesca Modigliani; origine: Italia; durata: 97’
Un impiegato di una grande azienda viene convocato d’urgenza nella villa del proprietario, il quale ha grandi progetti per la carriera da illustrargli. Ambientato nella Valle di Susa, ancora incontaminata, un’efficace allegoria del potere e delle sue innumerevoli maschere, alle quali presta la sua faccia Adolfo Celi. Significativo esordio di Corrado Farina.

ore 20.30
Tavola rotonda moderata da Piero Spila con ospiti: Sergio Bazzini, Corrado Farina, Roberto Perpignani, Maurizio Ponzi, Francesco Scardamaglia e Piero Schivazappa

venerdì 31
ore 18.00
La contestazione generale (1969)
Regia: Luigi Zampa; soggetto e sceneggiatura: Silvano Ambrogi (La bomba alla televisione), Leo Benvenuti, Piero De Bernardi (Concerto a tre pifferi), L. Zampa (L’università), Rodolfo Sonego (Il prete); interpreti: Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Alberto Sordi, Michel Simon, Marina Vlady, Enrico Maria Salerno; origine: Italia; durata: 126’
Film a episodi che riconduce la contestazione nei canoni rassicuranti della commedia all’italiana con Gassman incontenibile regista d’avanguardia, Manfredi alle prese con un capitalista creato da Benvenuti e De Bernardi a immagine e somiglianza di Angelo Rizzoli, Sordi ingenuo prete di campagna. Dall’università al mondo del lavoro, dalla televisione al mondo ecclesiastico una fragile contestazione generale. Ultima apparizione cinematografica di Sergio Tofano.

Cinema Trevi Vicolo del Puttarello, 25 Roma Tel.: 06 72294301 www.csc-cinematografia.it