“Six Feet Under”

Tutti i nodi vengono al pettine

Generalmente, i finali deludono sempre o non ci si fa più caso perché analizzare i film e i prodotti di fiction in base ad essi era qualcosa che la critica faceva negli anni Cinquanta. Per Six Feet Under la questione è diversa. Il finale, anziché deludere, migliora un prodotto che negli anni era stato perfetto.
Gli episodi conclusivi della quinta e ultima stagione sviluppano come non mai la struttura e le scelte della famiglia di fronte ad una perdita. Una serie che si chiude come era iniziata, con la morte di una persona cara ai Fisher. Questo permette di analizzare meglio le dinamiche di una famiglia dinanzi ad un evento così coinvolgente ed intimo.

Nell’episodio pilota era morto il padre, mentre nell’ultimo istante dell’episodio nove della quinta stagione muore Nate (o meglio Nathaniel Samuel Fisher Jr, 1965-2005, come figura nella didascalia che appare sempre dopo una dipartita), il punto principale della famiglia, colui su cui, per un motivo o per l’altro, tutti facevano affidamento. Negli ultimi tre episodi (dal decimo al dodicesimo) si indaga sul modo in cui i Fisher sono costretti, loro malgrado, ad andare avanti. Ma non ci riescono, perlomeno in principio.

Nel momento in cui tradiva Brenda, la mav (malformazione arterovenosa) di cui il giovane è vittima, si ripresenta imperante. Ricoverato in ospedale, l’uomo viene operato, mentre nella sala d’aspetto tutti attendono l’esito, tranne Ruth che è irrintracciabile perché è in gita in campeggio con un suo ex-fidanzato, altro momento fondamentale per il personaggio della donna perché comprende che le relazioni sentimentali che ha avuto con gli uomini non sono mai state quello che lei cercava (infatti in un divertente momento immagina di sparare a tutti con un fucile), mentre suo figlio Nate è sempre stato la cosa che ha amato di più perché nato in un momento in cui era sola, giovane e impaurita.

È così che, dolorosamente, si affacciano e si sciolgono due nodi importanti, da una parte la consapevolezza di Nate di non essere felice con Brenda e di non essere capace di aiutare la sua natura nevrotica, dall’altra quella di Ruth che capisce finalmente che la sua vita è stata tutta un terribile sbaglio, sempre alla ricerca di qualcosa che non ha mai desiderato, mentre l’unica cosa che voleva davvero era conoscere e coltivare se stessa facendo scelte diverse.
Nel frattempo, una Brenda incinta scopre il tradimento del marito, il quale, dopo l’intervento, le confessa che la vuole lasciare. Questa sarà la loro ultima conversazione prima che lui muoia quella stessa sera, con solo David al suo capezzale, causando nella donna una crisi generale nel rapporto con se stessa e il suo ruolo di madre e soprattutto una rabbia interiore nei confronti di Nate.