Torino 32.
For some inexplicabile Reasons è l’opera prima del regista ungherese Gábor Reisz, autore finora di numerosi cortometraggi, una commedia strampalata ma ricca di originalità che riesce, pur con un budget ridotto, a divertire e a interessare.
Il protagonista, Aron, è alla soglia dei trent’anni e viene mollato dalla fidanzata. Per lui è come un corto circuito e la sua vita perde l’unico punto di riferimento, perché adesso vivere alla giornata e non avere un’occupazione stabile diventa quasi insopportabile.
L’ossessione per la ragazza è sempre presente e gli impedisce di guardare in prospettiva, anche perché si sente oppresso dalla madre e soltanto grazie all’incontro con gli amici riesce a trovare un po’ di serenità per uscire dalla sua fissazione quotidiana. E proprio dopo una serata con gli amici acquista “inconsapevolmente” un biglietto aereo per Lisbona (con la carta di credito dei genitori) e così partirà verso nuovi orizzonti nel tentativo di trovare qualcosa di nuovo.
_ Eppure qualche giorno prima della partenza una scossa c’era stata con l’incontro casuale di una ragazza in autobus, una fanciulla che faceva il controllo dei biglietti. Incomincia una ricerca verso questa ragazza di cui conosce solo il volto e la professione, ma non è facile cercarla in tutta Budapest.
A Lisbona scopre un po’ d’evasione ma non è risolutiva (anche se un lavoro e una ragazza li aveva trovati) e poi quando torna a Budapest riesce a trovare la ragazza dell’autobus, ma è un incontro che non porta nessuna novità di carattere sentimentale, ma intanto la tensione si stempera per uno spiraglio di positività.
_ Una commedia esilarante, a partire dalle scene iniziali quando il protagonista immagina di fingersi morto in vari luoghi di Budapest tra l’indifferenza generale ribadendo che nessuno si accorgerebbe della sua scomparsa. La reazione sarebbe il nulla, il nulla totale, un po’ la situazione in cui si ritrova da neo laureato in Storia del Cinema.
Il regista punta sulla fantasia e sull’originalità e riesce davvero a costruire “dal niente”, una storia divertente, brillante, costruendo al meglio i personaggi, a partire dal protagonista Aron per proseguire con i suoi genitori, davvero spassosi i loro colloqui in famiglia.
Il protagonista forse è un po’ logorroico, ma disegna un mondo a tratti surreale e il regista è bravo ad accompagnarlo attraverso una storia che si sviluppa con buon ritmo, tra le inquadrature costruite con semplicità e freschezza e il montaggio serrato. Ed è un film da apprezzare fino in fondo perché i titoli di coda sono tra i più originali visti recentemente.
Il film è stato molto apprezzato al Torino Film Festival dove la giuria gli ha assegnato il Premio Speciale ed ha ottenuto, inoltre, il Premio del Pubblico, il premio Scuola Holden (assegnato da una giuria composta dagli allievi del Corso di scrittura per la miglior sceneggiatura) e il Premio Achille Valdata (con la giuria formata da 10 lettori di “Torino Sette”).