“THESE STREETS” DI PAOLO NUTINI

Romantiche ballad per un italoscozzese

È stranissimo leggere nella classifica inglese il suo nome: Paolo Nutini. Italiano? Quasi. Questo ragazzo dalla faccia pulita, coperta da capelli scompigliati, è un diciannovenne di padre italiano, precisamente toscano, e di madre scozzese, precisamente di Glasgow. Vissuto per tutta la sua adolescenza a Paisley è pronto ora per viaggiare e portare in tutto il mondo il suo sound.

Essere scaraventato dal mondo web, dove i suoi brani si sono fatti conoscere e hanno convinto in seguito la major discografica Atlantic a metterlo sotto contratto, agli airplay radiofonici e ai passaggi televisivi deve essere stato sconvolgente, tanto quanto essere chiamato dai Rolling Stones per aprire una delle loro date del “A Bigger Bang Tour”.

“These Streets”, il suo primo album, uscito a luglio in Inghilterra e appena uscito in Italia (29 settembre), è un insieme di brani che si rifanno alle vecchie ballad essenziali e autentiche dove solo la voce, la chitarra e la batteria creano quella magia che lega immediatamente l’ascoltatore alle emozioni, qui altamente dedite al romanticismo e al sentimentalismo. Il primo singolo “Last Request” lo dimostra a pieno, candidandosi egregiamente a rappresentare la personalità di Nutini.

“Jenny Don’t Be Hasty” apre l’album con ritmo rockeggiante. Poi è la volta del già citato singolo “Last Request”. “Rewind”, “Million Faces” e “These Streets” sono le ballad tradizionali, essenziali con pochi fronzoli, che non stancano mai all’ascolto, che forse si rifanno a quella tradizione soul da cui Paolo piace prendere spunto e ispirazione. “New Shoes” è ritmo che sfiora il banale, ma istiga quasi come un’ipnotica sonorità a battere il piede destro e far finta di suonare la chitarra. Molto american style: le similitudini con Springsteen sono numerose. Anche se dice di ispirarsi molto a Marvin Gaye, Beatles, Bowie, U2, Pink Floyd e Oasis, la vicinanza con le ballad alla Springsteen si ritrova in “Autumn” (forse la canzone che arriva come una saetta nel profondo del cuore) ma che ricorda troppo le emozioni e le sonorità di “Streets of Philadelphia”. Stessa cosa per “White Lies”.
Infine “Loving You” e “Alloway Grove” rock puro contornato dal country e da qualche sfumatura funky che concludono l’ascolto.

Paolo in un’intervista afferma di voler fuggire dalle somiglianze e dai paragoni, ma riconoscendogli una vena artistica di indubbia genialità per un diciannovenne al suo primo album, risulta veramente difficile non paragonarlo o contrapporlo, creando rivalità, a James Morrison, James Blunt, Robert Post e altri ragazzotti britannici che in questi ultimi anni viaggiano nelle chart di tutto il mondo. Vedremo chi l’avrà vinta.

Tracklist di “These streets”
“Jenny Don’t Be Hasty”
“Last Request”
“Rewind”
“Million Faces”
“These Streets”
“New Shoes”
“White Lies”
“Loving You” “Autumn”
“Alloway Grove”

Testo di “LAST REQUEST”
Slow down, Lie down,
Remember it’s just you and me.
Don’t sell out, bow out,
Remember how this used to be.
I just want you closer,
Is that alright?
Baby let’s get closer tonight
(chorus:)
Grant my last request,
And just let me hold you.
Don’t shrug your shoulders,
Lay down beside me.
Sure I can accept that we’re going nowhere,
But one last time just go there,
Lay down beside me
Oh, I’ve found, that I’m bound
To wander down that one way road.
And I realise all about your lies
But I’m no wiser than the fool I was before.
I just want you closer,
Is that alright?
Baby let’s get closer tonight
[chorus]
Oh, baby, baby, baby,
Tell me how can, how can this be wrong?
[chorus x2]
Yeah, lay down beside me.
One last time let’s go there,
Lay down beside me