Tramedautore, il Festival Internazionale della nuova drammaturgia giunto quest’anno alla sua quinta edizione, propone la prima serata dedicata al teatro italiano contemporaneo al Piccolo Teatro Grassi di Milano con due testi interessanti, letti in scena dagli attori. Elemento comune la riflessione sulla condizione dell’uomo nell’epoca contemporanea, a livello sia collettivo che individuale.
Ne “La Pace” l’autore chiama in causa due tra i capi di stato più importanti dell’era contemporanea, uno oggi morto, l’altro ancora vivente. L’idea è quella di far convivere due nemici storici di sempre: Arafat e Sharon. Espulsi dai relativi paesi, Palestina e Israele, e colpiti da una maledizione che li costringe a restare lontani da qualsiasi fonte d’acqua, i due si trascinano per il deserto del nord Africa rimanendo forzatamente vicini, essendo persino costretti ad aiutarsi e a collaborare fra loro. Ma la diffidenza e la voglia di sopraffare l’avversario permangono anche in questa paradossale situazione: i due non si risparmiano reciprocamente accuse, insulti, disprezzo anche soli in mezzo al deserto, anche quando al di là della divisa militare compare la carne nuda e dolorante dell’essere umano.
Quel deserto che abbraccia le terre di provenienza di Arafat e Sharon, che può dirsi in fondo la loro casa, è ora volutamente scelto come ambientazione ostile, come simbolo del vuoto intorno a loro, dell’inutilità e della sterilità della violenza di cui entrambi sono colpevoli. Tutto è terra bruciata e gli uomini diventati iene. L’esperimento dell’autore sembra non riuscire, i due ex governanti non sembrano trovare la pace.
Lungo il lento cammino essi avranno a che fare con le loro tentazioni verso il male, a cui non esitano a cedere, ma anche con i loro reciproci fantasmi, con le loro coscienze. La gente comune, morta a causa delle loro scelte, appare come un miraggio, e pone milioni di domande a cui nessuno dei due sa rispondere. I morti di Arafat diventano quelli di Sharon e viceversa, in un unico tribunale, in cui i due sono chiamati a rispondere delle loro azioni davanti a un potere di gran lunga superiore al loro: quello della giustizia divina.
Anche “Terapia antidolore” di Laura Forti, il secondo testo presentato, è molto coinvolgente. E’ la storia di un Padre che, in ospedale perché malato di cancro, inizia una terapia antidolore senza però conoscere la vera natura del suo male. Due Figlie e un Figlio si ritrovano al suo capezzale a confrontare le loro vite: Gina è un dottore che ha rinunciato ad un importante progetto umanitario in Africa; Lele ha continui problemi di sovrappeso ed è appena stato lasciato dalla moglie; Giulia ha abbandonato la passione giovanile per il teatro per diventare una sceneggiatrice di soap opera.
Attraverso il confronto e la forzata coesistenza emergono le imperfezioni di una famiglia fintamente perfetta: la madre ha lasciato il Padre, cosa che lui sembra non voler accettare; il Padre emerge dai ricordi dei Figli come arido e assente, prepotentemente attaccato alle cose materiali in una figura di verghiana memoria.
Nonostante l’imminente morte del Padre, sono le vite dei Figli ad essere messe prepotentemente in primo piano dal testo, vite in cui nessuno di loro ha realizzato i propri sogni, in cui nessuno di loro è riuscito a trovare una vera serenità sentimentale. I tre Figli esprimono così l’insoddisfazione verso i problemi quotidiani della vita per non sentire l’impotenza di fronte al vero dramma per cui si sono riuniti, la morte. Sarà infine la scoperta della relazione del malato con una giovane rifugiata del Kossovo, per di più incinta, a scoperchiare definitivamente il vaso di Pandora e a provocare nei tre un forte shock che li induce a una profonda autoanalisi.
Terapia antidolore non è dunque solo quella medica a cui il Padre viene sottoposto, ma è anche la riflessione dei Figli di fronte alle proprie debolezze e ai propri fallimenti, unico modo forse per uscire da uno stato di infelicità che blocca e uccide i vivi al pari della malattia.
La Pace
Di Antonio Tarantino
Con Gigio Alberti, Sandra De Falco, Fabrizio Parenti
Regia di Werner Waas
Terapia antidolore
Di Laura Forti
Con Ruggero Dondi, Matilde Facheris, Betty Gilmore, Massimo Giovara, Dijana Pavlovic, Arianna Scommegna
Regia di Lukas Hemleb
TRAMEDAUTORE 2005 – Festival Internazionale della nuova drammaturgia – V edizione
Milano dal 10 al 18 settembre 2005
Piccolo Teatro – Teatro d’Europa
Teatro Out Off
Teatro Arsenale