“The American” di Anton Corbijn

George? Un po’ stanco, in tono minore

Assassino di professione: bello, brizzolato e cattivo, anzi cattivissimo. Nel prologo è in Svezia e, dopo il caldo dell’amore davanti al fuoco, il gelo della neve e le orme di chi lo sta cercando. Veloce spara e uccide tutti, anche la donna che sta con lui, freddata alla nuca solo per un sospetto.

Poi in Italia. Un rifugio in Abruzzo (molto distante da Draquila) e un nuovo incarico: questa volta senza sangue, perché lui ha anche una buona manualità e sa trasformare con pezzi raccolti da un meccanico (cameo di Filippo Timi), un banale fucile di precisione in un’ibrida arma letale.
Scorre sullo sfondo un paesaggio autunnale di prati e boschi; di piccoli paesi con ancora le cabine Telecom e i trattori Fiat (sponsor?). Luoghi dove si può peccare, ma anche di redenzione; dove il parroco conosce cuori e volti e le prostitute non sono sfruttate giovani dell’est, ma solari fanciulle che baciano sulla bocca col desiderio di un’altra vita.

Dall’incedere lento e scarno di parole (e forse è questa la scelta più interessante del regista), racconta la solitudine di un killer senza fissa dimora, che scopre l’amore e la voglia di cambiare.
Tratto dal romanzo di Martin Booth A Very private Gentleman e diretto dal regista di videoclip e fotografo olandese Anton Corbijn (Control), l’ultima fatica di George Clooney si presenta fragile.
Ancora una volta un’Italia slegata dal reale, prossima allo stereotipo, sebbene sia da riconoscere il tentativo di stemperare il consueto rustico degli interni e il rigoglio della natura; è l’aspro territorio d’Abruzzo, la natura disegnata da tornanti che risalgono verso arroccati paesi, ma non mancano bagni di luce dorata sulle pietre dei vicoli (che rimembrano tanghi con brandy), la madonna in processione e l’ingombro di qualche elemento simbolico: le candide farfalle che si librano nell’aria (loro sì che sono libere), l’intrico di vicoli a rispecchiare i tormentati passaggi dell’anima di un assassino in odore di redenzione e il bagno catartico di una prostituta. E poi, smozzicata da un insopportabile découpage, una straordinaria sequenza di C’era una volta il west, costretta nello schermo al plasma di un bar: una citazione davvero bruciata.

Un thriller poco thriller, con George Clooney stanco, impreciso, quasi goffo. Per nulla a suo agio, fa cose sconclusionate: come inseguire su una vespa un uomo che scappa a piedi buttandosi giù per le scalinate e sparando mentre tutto il paese, inspiegabilmente, continua a dormire. Così lontano dall’ironia alla Cary Grant, sfoggiata in altri contesti, non sembra neanche particolarmente convinto nelle scene definite hot (assolutamente tiepide) con Violante Placido.
Insomma, The American non mantiene ciò che promette con la sua locandina, così 007, così anni ’70: non mantiene la promessa di un divertimento con thriller.

Titolo originale: The American
Nazione: U.S.A.
Anno: 2010
Genere: Thriller, Drammatico

Durata: 105′
Regia: Anton Corbijn

Cast: George Clooney, Bruce Altman, Thekla Reuten, Irina Björklund, Violante Placido, Paolo Bonacelli, Samuli Vauramo, Filippo Timi, Björn Granath
Produzione: Focus Features, Greenlit Rights, Smoke House, This Is That Productions
Distribuzione: Universal Pictures Italia
Data di uscita: 10 Settembre 2010 (cinema)