Aprire un Festival internazionale di cinema è un compito difficile per un film: o lo si è scelto perché è particolarmente voluto da pubblico e addetti ai lavori, o perché è girato da un maestro oppure perché si tratta di una produzione ricca. O semplicemente per onorare i padroni di casa. Quest’ultima ipotesi si è verificata all’ultimo Festival di Berlino, dove il film d’apertura è stato il nuovo di Tom Tykwer, promessa non sempre mantenuta (Lola Corre, Profumo – Storia di un assassino), impegnato stavolta negli States: ma anche qui, la promessa latita.
Classica trama della cospirazione internazionale: dietro l’assassinio di un agente dell’Interpol, si nasconde l’intrigo di una banca, interessata a vendere armi al terzo mondo sfruttando giochi politici.
Nulla di nuovo quindi nella sceneggiatura di Eric Warren Singer, che riprende i thriller spionistici degli anni ’70 e ’80, da Pollack a De Palma, e in una trama da romanzo d’alta classifica (più Reich che Grisham), complicando fino all’eccesso la narrazione puntando sul fascino della coppia di protagonisti anziché sull’intreccio.
Tykwer dimentica però il resto del film, che di spunti ne avrebbe a livello politico o puramente narrativo, dallo sfondo di un gruppo di potere praticamente inarrestabile che controlla i soldi e i debiti per controllare le economie – e quelle del terzo mondo più di altre – all’ammodernamento della parabola dell’uomo solo contro un male invisibile, ossessionato e risucchiato da esso, come Redford in I tre giorni del condor. Ma la suspense è praticamente assente, e tutto si svolge come un qualunque thriller da best-seller, che denuncia la sua natura letteraria persino nelle (poche) sequenze d’azione.
La sceneggiatura specialmente affonda in dialoghi e intrecci debordanti, che appesantiscono l’impianto del film senza mai lasciarlo andare all’intrattenimento, allo spettacolo o alla tensione politica, mentre la regia di Tykwer, costruita sulla figura della spirale (nel racconto, nelle scelte registiche, nel sottotesto del rapporto fra i personaggi) resta fredda, persino statica nonostante lo spostarsi per mezzo mondo, poco incisiva anche nella violenza (non male però la sparatoria al Guggenheim).
E capace di sprecare il duo Clive Owen (un po’ legnoso) – Naomi Watts (non valorizzata) – nel mare di chiacchiere, intrighi detti e non mostrati, cast ricco e poco visibile (come il sempre ottimo Armin Muller-Stahl) in un cinema che cerca il rinnovamento, ma parte dal più vecchio degli assunti. E che non raggiunge quasi mai l’obiettivo.
Titolo originale: The International
Nazione: U.S.A.
Anno: 2008
Genere: Drammatico, Thriller
Durata: 122′
Regia: Tom Tykwer
Sito ufficiale: www.everybodypays.com
Sito italiano: www.sonypictures.it/film/theinternational
Cast: Clive Owen, Naomi Watts, Armin Mueller-Stahl, Ulrich Thomsen, Brían F. O’Byrne, Victor Slezak, Alex Cranmer, Ty Jones, Patrick Baladi, Remy Auberjonois
Produzione: Atlas Entertainment
Distribuzione: Sony Pictures Releasing Italia
Data di uscita: 20 Marzo 2009 (cinema)