Dave Spritz (Nicolas Cage) annuncia le previsioni meteorologiche per una televisione di Chicago. Un ottimo stipendio, una bella casa al trentatreesimo piano di un grattacielo e una discreta popolarità tra la “gente della strada”. Figlio di uno scrittore Premio Pulitzer (Michael Caine), Dave non ha lo stesso talento del padre né per la letteratura – il suo romanzo nel cassetto è puerile e penoso – né nell’arte di tenere unita la famiglia, e la sua vita, per quanto apparentemente “normale”, si poggia su qualcosa di simile al vuoto pneumatico: appena si apre una falla, tutti i pezzi tenuti prima precariamente in equilibrio rischiano di crollare.
Così Dave, dopo un matrimonio fallito per sufficienza e superficialità, tira avanti cercando di rappezzare di volta in volta i rapporti con il padre, con la moglie, con i figli preadolescenti. Ma bastano un buon lavoro con prospettive di carriera, stabilità economica e il tentativo di farsi amare dai propri famigliari per essere felici e in pace con se stessi?
In un’America grigia e confusa, dove la notorietà televisiva rappresenta allo stesso tempo un valore e una condanna (il volto riconoscibile di Spritz gli consente di firmare autografi e portarsi a letto diverse ragazze, ma lo rende vittima di lanci di bibite e cibi fast food), dove il tipico self made man senza una laurea in meteorologia diventa “l’uomo delle previsioni” perché di bella presenza e innata abilità nel destreggiarsi sul fondale verde sul quale vengono sovrimposte le correnti atmosferiche, dove la strada del successo è lastricata d’oro ma ti svuota dentro, Gore Verbinski costruisce una pellicola caustica ed irriverente pronta a mettere in discussione il sogno americano.
Sono proprio le scelte facili, l’ambiguità e l’inconsistenza di valori generalmente riconosciuti come appaganti a far venire al pettine i nodi irrisolti della vita mediocre e passiva di Dave. Nonostante gli sforzi accumulati nel tentativo di costruire un rapporto sereno e sincero con chi gli sta vicino, ogni passo è velato di un’insicurezza che non gli permette di approfondire i legami alla base della sua instabilità emotiva, scalfendo così solo in superficie quella barriera comunicativa che lo separa dalla felicità e dalla realizzazione di se stesso.
Spritz descrive in prima persona allo spettatore – attraverso un’efficace voce narrante – le sue incertezze, le sue insoddisfazioni, la sua incapacità di dare un senso alle cose; allora il caso diventa una scusa per non affrontare le situazioni, per rimettersi a un disegno più ampio sul quale egli non può influire, una consolazione amara per le scelte che non ha fatto o non è stato capace di fare. Un bravo Nicolas Cage, negli ultimi tempi sempre più attento alla scelta dei ruoli, fa dell’inespressività una bandiera della tristezza interiore, della piattezza di un volto incupito dall’ignavia il simbolo della disgregazione dell’identità dell’individuo in una società lanciata verso la celebrazione del successo, ma per nulla attenta ai bisogni emotivi.
Una sceneggiatura sempre in bilico tra cinica amarezza e ironica e graffiante destabilizzazione, riesce bene a rendere l’anacronismo di quel sogno americano che col tempo è andato sempre più a infrangersi contro un individualismo esasperato e straniante, impermeabilizzando così gli animi, le emozioni e gli affetti di una popolazione costretta a rapporti sempre più superficiali. A Dave Spritz non basta dunque la convocazione di un Network nazionale, un lavoro da oltre un milione di dollari l’anno, per trovare quello che gli manca e l’american dream si riduce ad accontentarsi di quello che viene semplicemente offerto.
Titolo originale: The Weather Man
Nazione: U.S.A.
Anno: 2005
Genere: Commedia
Durata: 102′
Regia: Gore Verbinski
Sito ufficiale: www.weathermanmovie.com
Sito italiano: www.eaglepictures.com
Cast: Nicolas Cage, Michael Caine, Hope Davis, Gemmenne de la Peña, Nicholas Hoult, Michael Rispoli, Gil Bellows
Produzione: Todd Black, Jason Blumenthal, Steve Tisch
Distribuzione: Eagle Pictures
Data di uscita: 03 Marzo 2006
