Tinto Brass a Rionero in Vulture

Il regista veneziano ospite del Cineforum De Sica

Rionero in Vulture. Entusiasmo e riconoscenza ha espresso il regista Tinto Brass ospite a Rionero del CineClub “De Sica”, per un incontro sull’edonismo nel cinema.
“Maestosa questa abbazia, che meraviglia gli affreschi nella secolare edicola di San Michele. E poi i laghi vulcanici: Monticchio è un luogo davvero ammirevole.” Sono alcune espressioni che il regista Tinto Brass, ha espresso dopo la visita all’area lacustre.

“Un luogo di storia e natura – ha concluso – che può senz’altro ambire ad una candidatura per divenire patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco.” Anche il regista veneziano si aggiunge quindi agli oltre 1400 sostenitori dell’iniziativa lanciata dal “De Sica” a Venezia lo scorso settembre, durante la Mostra del Cinema, con la presentazione del documentario “VULTOUR le tracce del sacro”. Iniziativa che ha visto partecipi registi come Olmi, Wenders, Squitieri, scrittori come Odifreddi e Giovannino Russo, oltre a decine di critici anche stranieri, per iniziativa del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici, presieduto da Laura Delli Colli.

Tinto Brass a Rionero ha dunque espresso apprezzamenti per l’accoglienza, (“Che buono l’aglianico” – ripeteva –), e per la serata nel Centro Sociale, dove per oltre due ore (fra arte, musica e poesia) si è discusso di edonismo nel cinema, di estetica e seduzione, di voyerismo ed erotismo, concludendola con il suo ultimo cortometraggio “Hotel Courbet”, interpretato da Caterina Varzi, presentato meno di un mese fa in anteprima a Parigi, città che da sempre accoglie le opere del regista. Da Parigi a Rionero, e due giorni dopo a Milano il regista per presentare alla Triennale un suo recente lavoro di montaggio – su proposta di Umberto Eco – di alcuni spezzoni di film su “tempo di lavoro e tempo libero”, uno sguardo ansioso sui ritmi frenetici e deliranti legati alla produzione, non meno irrefrenabili di quelli del tempo libero. “Libero, ma non liberato”, come ci confida il regista, peraltro fra i più esperti in sede di montaggio di film, i cui espedienti li aveva carpiti proprio da Joris Ivens, col quale cinquant’anni fa venne a girare anche in Basilicata “L’Italia non è un paese povero” su commissione di Enrico Mattei.

Una presenza di prestigio a Rionero, dunque, tenuto conto che l’arte cinematografica di Tinto Brass in meno di un mese ha toccato Parigi e Milano, passando da quest’angolo di Basilicata. Un evento cui hanno fornito il proprio contributo BasilicataCinema, Millennium Network, il Cineclub “Pasolini” di Barile, con l’allestimento scenico di Rosa Preziuso, con i pittori Ermanno, Larotonda, Vertone, Zaccagnino, la giovane orchestra Vioclabass, e la declamazione poetica di Chiara Lostaglio ed Ernesto Grieco.

Una concreta soddisfazione per il “De Sica”, che in questi anni ha toccato tematiche cinematografiche le più diverse, ospitando registi ed attori di grande talento, da Michele Placido ad Edoardo Weanspeare, da Gigi Magni ad Alessandro D’Alatri, Fulvio Wetzl, Scimone e Sframeli (giovani talenti siciliani) e il sardo Salvatore Mereu; lo scorso anno Wilma Labate insieme al lucano Ulderico Pesce interprete di “Signorinaeffe”; e poi i critici Marco Vanelli e Massimo Caminiti del Cinit. Una intensa attività nel segno della cultura cinematografica.