“Truth – Il prezzo della verità” di James Vanderbilt

Libertà e coraggio

Tratto dal memoir scritto da Mary Mapes, intitolato Truth and Duty: The Press, the President, and the Privilege of Power, il film diretto dallo sceneggiatore di Zodiac James Vanderbilt, al suo debutto dietro la macchina da presa, è un chiaro esempio di cinema verità.

Truth – Il prezzo della verità, presentato in concorso alla Festa del Cinema di Roma del 2015, si basa su un fatto realmente accaduto. Due mesi prima delle elezioni Presidenziali del 2004, il team di 60 minuti della rete CBS, che aveva da poco reso pubbliche le rivelazioni su Abu Ghraib, ha tra le mani un altro scoop. Il documento che era venuto alla luce metteva in dubbio il servizio del presidente George W. Bush nella Guardia Nazionale durante il periodo 1972-1973. La fonte affermava che il giovane Bush avesse avuto un trattamento privilegiato grazie ai legami familiari e alla connivenza di una parte dell’esercito.

Il produttore responsabile della storia era Mary Mapes, vincitrice di numerosi premi per il suo lavoro su Abu Ghraib. Sapeva che la notizia sarebbe stata esplosiva e avrebbe suscitato l’ostilità nel campo repubblicano. Inoltre, per un caso di questo tipo, avere documenti inequivocabili e fonti assolutamente inattaccabili sarebbe stato essenziale.
Cate Blanchett, che interpreta Mary Mapes, ha apprezzato il modo in cui l’esordio alla regia di James Vanderbilt “solleva più domande che risposte”. Non potrebbe essere altrimenti, dato che il periodo di Bush nella Guardia Nazionale rimane tutt’ora torbido così come appariva nel 2004. Era responsabilità del team di 60 minuti stabilire la veridicità dei fatti al di là di ogni ragionevole dubbio. Non sono riusciti a farlo, e hanno subito le conseguenze.

Per imbastire la storia Mapes riunisce un team composto da un militare, il tenente colonnello Roger Charles (Dennis Quaid); la docente di giornalismo Lucy Scott (Elisabeth Moss); e il giovane Mike Smith (Topher Grace). Dopo che buona parte della pellicola si concentra sullo studio delle fonti e la relativa verifica, non appena il servizio va in onda iniziano i problemi.
Le prime critiche sono inizialmente di natura tecnica e riguardano l’esistenza di un apice sulle macchine da scrivere nel periodo 1972-1973. Poi ci sono i dubbi espressi sulla fonte principale, il tenente colonnello Bill Burkett (Stacy Keach), che non è stato del tutto onesto con i giornalisti. Mentre la polemica ha una fortissima escalation, alcune fonti iniziano a ritrattare la loro testimonianza originale.
La CBS, per evitare ulteriori danni di immagine, scarica il team che gestisce il servizio, il quale finisce di fronte ad una commissione d’inchiesta che ne valuta l’operato. C’è da dire che nessuno dei giornalisti esprime un parere politico palese in tutto il film, ma il pregiudizio contro il Presidente sembra essere dato per scontato dalla commissione.

Nonostante una prestazione eccezionale per la Blanchett, e un sempre affidabile Redford, il loro eroismo appare un po’ di facciata, ingabbiati in ruoli dalle molte sfaccettature che il regista riesce solo in parte a mettere in luce
L’aspetto più inquietante del film è la veemenza con cui le parti offese vanno al contrattacco, sia che si tratti dei messaggi diffamatori che insultano la Mapes nel cyberspazio, o che riguardino la gestione della vicenda da parte della CBS, che non fa alcun tentativo per difendere i propri dipendenti.
La verità è un’elegia per il giornalismo d’inchiesta, che sembra però essere un lusso se si considera cosa alcuni mezzi di comunicazione possono permettersi anche al giorno d’oggi, sempre con il timore di offendere i potenti di turno, o semplicemente con la paura di alienare gli interessi degli inserzionisti.

L’affare 60 minuti ha fornito il modello per le tattiche aggressive del potere contro il giornalismo d’inchiesta. Un vecchio adagio afferma che in tempo di guerra la verità è la prima vittima, ma quando i politici trattano i giornalisti come avversari da eliminare, siamo entrati in un nuovo mondo in cui è irrilevante chiedersi se qualcosa è vero o falso. Vincere è tutto ciò che conta.

Titolo originale: Truth
Nazione: U.S.A., Australia
Anno: 2015
Genere: Drammatico
Durata: 121′
Regia: James Vanderbilt
Sito ufficiale: www.sonyclassics.com/truth
Cast: Cate Blanchett, Robert Redford, Elisabeth Moss, Dennis Quaid, Topher Grace, Bruce Greenwood, David Lyons, Lee Anne Ford, John Benjamin Hickey
Produzione: Sony Pictures Classics, RatPac Entertainment
Distribuzione: Lucky Red
Data di uscita: Festa del cinema di Roma 2015 (Selezione Ufficiale)
17 Marzo 2016 (cinema)