“Uscita di insicurezza” di Valeria Vaglio

Sette brani per descrivere emozioni

“Uscita di insicurezza” è il secondo lavoro di Valeria Vaglio, uscito il 7 maggio. Sette brani in cui la cantante racconta emozioni e stati d’animo.

Le canzoni hanno una chiara impronta live, dove i suoni e i testi emergono con la forza, l’energia e la sensibilità che si possono ritrovare in un concerto.
Fragole e champagne, il primo singolo, con la sua ironia e il ritmo reggae invita all’estate e alla leggerezza dell’amore. Ogni brano di Uscita di insicurezza racconta una storia, un incontro, dove le sensazioni, i profumi, i luoghi si mescolano e ricreano uno spaccato di realtà con le sue morbidezze e i suoi angoli acuti, con le gioie e le difficoltà.
La scrittura di Valeria Vaglio poggia sulla semplicità dell’onestà, la descrizione dall’interno di stati emotivi reali, e proprio per questo risulta convincente. Ascoltare Uscita di insicurezza è come vedere un film, dove i personaggi assomigliano molto a noi stessi.

NonSoloCinema ha incontrato Valeria Vaglio per parlare con lei di questo nuovo album.

NSC: Il nuovo album Uscita di insicurezza esce a distanza di due anni da Stato innturale, il tuo primo album. Cos’è cambiato in questo tempo? Come sono nati i nuovi brani?

R: Il primo album è stato scritto in dieci anni. Uno dei brani l’avevo scritto quando avevo 16 anni e, inevitabilmente, si sentivano le ingenuità. Questo album è stato scritto in un anno e mezzo. É più maturo dal punto di vista dei testi, ed è frutto dei miei contatti con molte persone. Ho scelto di includere “solo” sette pezzi per una esigenza economica. Ci tenevo molto a uscire a 9.90 euro. In questo momento di crisi delle discografia, della musica credo sia importante, inoltre sono contraria ai brani riempi album. Dei sette brani inclusi, sono tutti poetnzialmente dei singoli per me, mi toccano tutti allo stesso modo. Il titolo mi è piaciuto molto. Normalmente si tende a dare di noi la versione invulnerabile, ma nella musica puoi fare uscire la vulnerabilità, è proprio per questo che le persone riescono ad immedesimarsi con le canzoni. Nella musica mi sento molto forte, e nella musica è importante mostrarsi per come si è. E questo ripaga sempre dal punto di vista mediatico. Sapere che la gente cerca il tuo disco, guarda i tuoi video on line, è vera soddisfazione. Non dovrebbe importare fare soldi, ma, purtroppo, se non fai numeri non fai concerti. Spero che l’onestà venga ripagata dal pubblico che acquista i dischi. Ci tengo a sottolineare che sia facebook che myspace sono gestiti da me. Ci tengo molto al rapporto con il pubblico. In fondo il pubblico ce lo scegliamo noi. Non mi piace il divismo, io punto alla qualità del pubblico che mi segue. Preferisco avere 100 persone che conoscono e apprezzano tutti i brani dell’album, piuttosto che riempire lo stadio di persone che sanno a mala pena cosa faccio. Certo se poi si riesce a riempire uno stadio di persone attente..perchè no? Con questo album ho tirato fuori il mio lato da “accentratrice”. Volevo supervisionare tutto. Ho vissuto tutta l’evoluzione della veste grafica del cd, delle fotografie, gli arrangiamenti. Ho scelto di non mettere la mia faccia in copertina, volevo qualcosa di diverso. Non mi piace il mordi e fuggi.

NSC: Come scrivi i tuoi testi?

R: Tendo a scrivere di getto. Non sono molto prolifica, non scrivo tanto per scrivere. Quello che scrivo rimane praticamente così. Se una parola non mi convince la cambio subito.

NSC: Dalla tua biografia si capisce che tu sei una persona che ha fatto molta gavetta, ha coltivato molte esperienze, collaborazioni. Cosa pensi dei talent show?

R: Non li amo ma non li demolisco. Se c’è bravura, si trova una strada e la si persegue. Il talent non esclude il vero talento. A volte il rischio è di venire buttati là e di perdersi. A volte puntano troppo alla visibilità e poco a quello che si fa. Noemi è una ia carissima amica. Voleva cantare due pezzi del disco, poi non siamo riuscite a combinarci, ma ci sarebbe davvero piaciuto. L’importante è che tu rimanga te stesso. Io ho scelto una strada, forse più complicata, in salita. Preferisco i percorsi più lenti e più lunghi.

NSC: Hai partecipato a Sanremo nel 2008 con il brano Ore e ore. Come ricordi questa esperienza sanremese?

R: Io ero serena, tranquilla. Non avevo niente da nascondere. Purtroppo I giornalisti a volte sanno come tirare fuori cose che non vuoi dire e si è creato un sacco di fumo intorno a una cosa che poi era assolutamente tranquilla. In quell momento ho patito la velocità. Ho saputo che sarei andata a Sanremo a fine dicembre. C’erano tutte le rifiniture delle canzoni, la parte grafica del cd da sistemare. É successo tutto troppo in fretta. É come avere un figlio e non riuscire a goderselo. La macchina sanremese ha poco a che fare con la musica. Se non fossi stata onesta fino in fondo, avrei potuto sfruttare la visibilità. Ma a me così non piace.

NSC: Come persona e come musicista ti impegni contro l’omofobia e sei una sostenitrice di Amnesty International. Pensi che il mondo della musica in Italia aiuti a sensibilizzare le persone?

R: La visibilità aiuta. Si è più attenti a quello che viene detto. Magari una persona non sa bene cosa fa Amnesty, o vorrebbe sostenerlo ma non si fida a causa delle associazioni fasulle. In questi casi il personaggio pubblico può fare qualcosa. Per esempio Paola Turci è una grande sostenitrice delle vittime del terremoto di Haiti. Se si riesce ad abbinare un’associazione con un nome, è di grande aiuto per le persone. Basta vedere I grandi risultati del Concerto per l’Abbruzzo.

NSC: Quali sono i progetti per il futuro?

R: Adesso inizio con vari Showcase per la presentazione di Uscita di insicurezza. Per il tour sto pensando a una struttura nuova, diversa dal solito concerto. Vorrei avere un dj vicino a me e giocare con la sperimentazione elttronica. La trovo stimolante come idea. Sto programmando tutto in prima persona. Sto utilizzando tutta la mia conoscenza di software per sfruttare al meglio questa possibilità.

NSC: Per concludere, cosa significa per te musica?

R: Uso la musica come cura. Mi dà sollievo. Nel picco emozionale non riesci a scrivere, Si comincia a scrivere quando il picco scende e si metabolizza. Creando e condividendo ci si cura. La musica è vitale. É una sorta di maledizione. Se smetti si stravolge la vita. L’importante è trovare qualcuno che capisca veramente. La vita è musica e la musica è vita.

www.valeriavaglio.com
Uscita di insicurezza tracklist:
1.Cambierà
2.L’amore può finire
3.Dio quanto sto bene senza di te
4.Quasi quasi
5.Fragole e champagne
6.Nonostante le assenze
7.Ti amerò per sempre