VII Edizione Future Film Festival

Festival del Cinema d'Animazione di Bologna

Il Future Film Festival di Bologna, svoltosi tra il 18 e il 23 gennaio, è giunto alla sua settima edizione portando con sé un ricco carnet internazionale di ospiti e produzioni. Organizzato da Giulietta Fara, Oscar Cosulich e Luca Della Casa, anche quest’anno il FFF ha proposto un interessante mix di opere d’animazione e film all’avanguardia per quel che concerne le nuove tecnologie, registrando tra l’altro un visibile aumento delle presenze rispetto alle edizioni precedenti. Inoltre con questo settimo anno di vita l’Associazione Amici del Future Film Festival è riuscita a portare la manifestazione nel centro storico di Bologna, e più precisamente a Palazzo di Re Enzo, mostrandosi così come presenza tangibile nella città.

Sul fronte delle anteprime si è vista la rappresentanza di molti Paesi, a sottolineare il carattere internazionale del festival, tra cui Cina, Stati Uniti, Francia, Corea, Inghilterra, Giappone, Germania e Croazia. Ha fatto da apripista Shi Mian Mai Fu ovvero La Foresta dei pugnali volanti: per la regia di Zhang Yimou già autore di Hero, il film fonde insieme arti marziali e sentimento, come da tradizione cinese, e colloca il tutto in una suggestiva foresta di bambù. Due i kolossal d’animazione giapponese, ovvero Il Castello Errante di Howl del maestro Miyazaki Hayao, campione d’incassi presentato anche alla Mostra dell’Arte Cinematografica di Venezia e ispirato al romanzo della scrittrice inglese Diana Wynne Jones; e Steamboy, megaproduzione steampunk ambientata in epoca vittoriana che segna il ritorno alla regia di Otomo Katsuhiro, il famoso padre di Akira. Entrambe le opere mostrano ancora una volta l’abilità e la cura maniacale degli animatori nipponici. Tratto dall’omonimo manga di Shirow Masamune, guru del cyberpunk, Appleseed è un film che attraverso la fantascienza giunge alla riflessione esistenziale, alla regia c’è Aramaki Shinji qui capace di creare un magnifico equilibrio tra diverse tecniche d’animazione, vecchie e nuove. Si aggiungono: Cutie Honey, di Anno Hideaki, film live (cioè con attori in carne ed ossa), che però mantiene l’estetica, gli eccessi espressivi e il taglio narrativo tipici degli anime; e Returner di Yamazaki Takashi, che trae le proprie fonti da film occidentali come Terminator o Lèon. Il coreano Wonderful Days di Moon-Saeng Kim e Park Sunmin affronta una visione del futuro malinconica e intimista. Empress Chung di Nelson Shin è invece una fiaba ispirata alla tradizione coreana e lontana quindi dai temi delle altre produzioni. Con il suo Natural City il regista Byung-chun Min offre una personale rivisitazione di Blade Runner, riproponendo i temi delle opere di Philip Dick.
Dagli States è arrivato invece Shark Tale, nuova fatica dei PDI/DreamWorks e parodia subacquea della vita nella città di New York. Dall’Inghilterra con Hair High Bill Plympton torna con un’opera irriverente e dal gusto horror, giocando scherzosamente con i temi della morte e del sesso. Gaya è invece una produzione tutta tedesca, diretto da Lenard Fritz Krawinkel e indirizzato ai più giovani, rappresenta un valido tentativo di film destinato anche al mercato estero. Infine Strings, geniale e pressoché unico nel suo genere, è una tragedia epica interpretata da semplici marionette: il risultato è sorprendente e Anders Ronnow-Klarlund ha dimostrato come sia possibile realizzare una storia avvincente ed evocativa con mezzi all’apparenza obsoleti.

Al Future Film Festival non sono mancati gli incontri con gli autori, tra cui Genndy Tartakovsky, ideatore di Samurai Jack e Il Laboratorio di Dexter, che recentemente ha diretto la serie tv Star Wars: Clone Wars nata dalla collaborazione tra Lucasfilm e i Cartoon Network Studios. Per Shark Tale è intervenuto Luca Prallo della PDI/DreamWorks, Prallo ha lavorato come supervisore tecnico ai personaggi digitali di Shrek e Shrek 2, e ha annunciato che si sta già lavorando a Shrek 3; uscirà invece in primavera Madagascar. Per i Pixar Animation Studios Angus McLane ha presentato il making of de Gli Incredibili, ed è stata proiettata un’anteprima di Cars, settima fatica della Pixar. Il francese Jacquemin Piel, direttore degli effetti speciali di Immortel (Ad Vitam) ha invece svelato i segreti dell’ultimo film di Bilal. Incontri anche con Andrea Maiolo di Industrial Light & Magic e Kelly Dobson di MIT Media Lab. Omaggio invece all’inglese Phil Mulloy, autore del cinico e dissacrante Intolerance, crudele trilogia sulla storia della razza umana.

Il Future Film Festival ha voluto volgere anche uno sguardo al passato con In principio erano gli anime… e Mars Attacks the FFF!: rispettivamente una proiezione dei primi anime giapponesi accompagnati dalla performance dal vivo di Ikue Mori, e una sezione dedicata a vecchi film di fantascienza “marziana”.

Per la sezione Future Film Game quest’anno il festival ha proposto Killzone dei Guerrilla Studio, ospite il game designer Alaistair Burns, che ha illustrato alcune fasi dello sviluppo del gioco.

Con Scontro tra Titani Carlo Rambaldi, Giannetto de Rossi e Sandy Collora hanno fatto un confronto tra effetti speciali artigianali e nuove tecniche digitali, cercando una possibile coesistenza tra le due scuole. Fedele alle tecniche tradizionali Sergio Stivaletti, creatore di effetti speciali per film di Dario Argento come Il Fantasma dell’Opera, Phenomena, Il Cartaio. Inoltre nella sezione Italiani @ FFF si è discusso sulle attuali produzioni digitali nostrane.

Non sono mancate al festival alcune anteprime di serie tv, che dimostrano come Il Futuro dei Toons, così è nominata la sezione, sia più che mai in mano alle produzioni giapponesi. All’estremo opposto la scuola d’animazione di Zagabria, a cui è stata riservata una sezione a parte, che si è contraddistinta per lo stile indipendente e i temi trattati, estranei a ogni politica commerciale.

Occhio di riguardo a Internet con la sezione Future Web Festival che è stata un’occasione per riflettere sull’universo della creatività interattiva e sulle relative potenzialità dei web designer.

Chiude il quadro Future Film Kids, in collaborazione con la Casa delle Arti e del Gioco, sezione per i bambini delle scuole bolognesi che quest’anno si sono cimentati con il tema del cibo, ovvero tv e cattiva alimentazione.

Il Future Film Festival si è concluso con un’anteprima di 20 minuti di Robots, promettente lavoro della Blue Sky, presentato dal produttore Jerry Davis già noto per L’Era Glaciale. Robots si è aggiudicato il Platinum Grand Prize, ovvero il premio personale degli organizzatori.
Vincitore del Digital Award è stato invece il videoclip dei Tiromancino Imparare dal vento di Ascanio Malgarini e Romana Meggiolaro; menzione speciale poi allo spot Sky Classics di Massimo Carrier Ragazzi e al filmato Neoart dello Studioddm.

Per la sezione Future Film Short infine, Il Premio del Pubblico Gan per i cortometraggi più votati dal pubblico è andato a L’Età del fuoco di Mauro Calzone e Ryan di Chris Landreth.

Piero Albertini