Uscito negli Stati Uniti un mese fa, a breve sarà sugli schermi spagnoli, venduto in circa quindici Paesi, Miele di Valeria Golino è in concorso al Bif&st 2014 nella sezione Opere prime e seconde.
Valeria Golino, insieme a Riccardo Scamarcio, in veste di produttore del primo film dell’attrice italiana, a quasi un anno dall’uscita italiana di Miele, continuano, meritatamente a raccogliere il successo per un lavoro rigoroso, sensibile e soprattutto coraggioso!
“Abbiamo realizzato un film con un tema che nessuno avrebbe affrontato – ci ha raccontato la Golino – Alcuni dei miei più cari amici, che fanno cinema, mi hanno supplicato di non fare questo film. Se non fosse stato per Riccardo, avrei cambiato idea. Pensavano che non me lo avrebbero fatto fare. E invece abbiamo fatto di necessità virtù.”
Da cosa è nata questa vostra necessità?
Riccardo Scamarcio: “Abbiamo creduto in una sensazione, generata dall’atmosfera del libro, letto da Valeria e poi da me. Ci sono stati tanti ostacoli, anche perché la forza di un film come questo la dimostri solo quando è finito… Non abbiamo cercato il consenso né il successo. Siamo stati incoscienti, più che coraggiosi. Ed é stata l’incoscienza il motore che ci ha tenuti uniti in questo viaggio di due anni e mezzo. E ne é valsa la pena, visto che siamo ancora qui a parlarne!”
Valeria Golino: ” Volevo fare un film che mi somigliasse. Ho sempre voluto fare la regista. Ho intrapreso questo percorso. Fare la regista è un mio modo di mettermi in gioco, é una delle cose che mi piacciono, questo non vuol dire che la mia scintilla da attrice irrequieta si sia spenta…”
Il film, con il suo tema estremamente delicato, quello dell’eutanasia, non si schiera. È stata una scelta voluta?
Valeria Golino: “Si. Non volevo fare un film a tema, anche se c’è un tema ovviamente. Non volevo fare un film ideologico, non volevo schierarmi, non volevo fare un film d’attualità. Come ho detto, volevo fare un film che. I somigliasse. Io ho un’idea politica della cosa. Ma come artista ho voluto pormi dei dubbi esistenzialisti, non politici.”
Non le sarebbe piaciuto interpretare il ruolo principale?
“Mi sarebbe piaciuto, ma una decina d’anni fa. Ma avevo bisogno di un’attrice più giovane. E poi come regista avevo tante cose a cui pensare, su cui concentrarmi. E fare anche l’interprete andava oltre le mie forze.”
Miele è un film che non può lasciare indifferenti, che crea e suscita emozioni, anche contrastanti… Ci sono stati dei film che hanno emotivamente cambiato?
Riccardo Scamarcio: “Avevo dieci anni, e una domenica pomeriggio a casa dei miei nonni avevamo guardato alla televisione su rai3 The Elephant Man… Piangeva tutta la famiglia. E io mi ricordo mio nonno con gli occhi lucidi. Quel film mi ha segnato. I film hanno il potere di scaldarci il cuore… Certo non tutti i film e non tutta l’Arte…”
Valeria Golino: “Vengo da una famiglia di cinefili. Per tanto tempo abbiamo vissuto in Grecia e mia madre, per non farci perdere l’italiano, ci portava anche due o tre volte a settimana al cinema. In Grecia non c’è il doppiaggio – trovo questa cosa molto civile – e così guardavamo tutti i film italiani, che erano tantissimo, dai più popolari a quelli d’autore. Mia madre mi ha messo dentro quest’onda…”