Venezia: “Child of God” di James Franco

Disumano...troppo umano

Venezia 70. Concorso
Lester Ballard è un figlio di nessuno. Vive in una capanna dei boschi della Sevier County, Tennessee. La sua lingua è quasi incomprensibile, il suo aspetto e i suoi modi appartengono più al mondo animale. La società lo evita e disprezza, e lui trascende qualsiasi regola su cui la società stessa è fondata. Un giorno trova in un’automobile i cadaveri di due giovani amanti. Prende con sé la donna e la porta a casa, se ne innamora, è l’unica a cui può parlare. La ragazza senza vita e due animali di pezza sono l’unica società in cui Lester si riconosce. Fino a che un incendio…

Dopo aver presentato quest’anno a Cannes un adattamento del capolavoro di William Faulkner Mentre morivo nella sezione Un Certain Regard, James Franco torna alla grande letteratura americana con una versione del romanzo di Cormac McCarthy Figlio di Dio, di cui firma anche la sceneggiatura con Vince Jolivette.

Il film conserva con fierezza la sua origine letteraria ma non ne diventa succube. All’inizio la parola scritta si fonde con le immagini per poi passare il testimone al cinema e trasmutare l’opera di uno dei più grandi romanzieri contemporanei d’oltreoceano (suo il libro omonimo da cui è tratto Non è un paese per vecchi) in un film magistrale, teso, straziante.

Considerato che Franco ha all’attivo il film girato nel 2011 per la sua tesi alla NYU Broken Tower, il lungometraggio Sal presentato a Venezia nello stesso anno e l’adattamento di Faulkner non ancora uscito nelle sale, c’è di che restarne strabiliati.

Scott Haze, giovane drammaturgo e attore teatrale amico di vecchia data di Franco, entra nell’anima di Lester in un’interpretazione indimenticabile, prendendo come punto di riferimento il Travis Bickle di Robert De Niro in Taxi Driver. Umano e disumano, simpatico e mostruoso, amabile e rivoltante, Haze riesce nella missione impossibile di costruire un antieroe in cui tutti noi ci possiamo riconoscere ma da cui al contempo non potremmo essere più distanti.

Si assiste impotenti alla sua discesa agli inferi pregando per un’espiazione che però non può arrivare, tanto profondo è l’errore di cui si è macchiato, e se ne esce trasfigurati come dopo una catarsi tragica.

Child of God raggiunge, in sintesi, uno degli obiettivi più alti della narrazione, sia essa romanzo o film: riconciliare lo spettatore con l’incomprensibile. Lester ci insegna che la solitudine non deriva mai dall’incapacità di amare, ma solo di poter comunicare il proprio amore.

Titolo originale: Child of God
Nazione: USA
Anno: 2013
Genere: Drammatico
Durata: 104′
Regia: James Franco
Cast: Scott Haze, Tim Blake Nelson, Jim Parrack, Nina Ljeti, Brian Lally
Produzione: Rabbit Bandini Productions, Made in Film Land
Data di uscita: Venezia 2013