Venezia72: “Abluka (Follia)” di Emin Alper

Dietro la collina della paranoia

Da vent’anni detenuto riservato e affidabile delle prigioni turche, Kadir è rilasciato con la condizionale a patto di svolgere un lavoro sotto copertura (antiterroristico, ma di bassa manovalanza) nelle periferie di Istanbul. Fuori dal carcere, oltre a zelante cercatore di possibili elementi esplosivi tra la spazzatura, Kadir si impegna a riallacciare il rapporto con Ahmet, il fratello minore ormai adulto. Ma nel frattempo il mondo è cambiato; o forse, è sempre lo stesso.

Tra le fatiscenti abitazioni ai confini della città, nell’inverno umido e nebbioso delle colline attorno a Istanbul, si perpetua una realtà quotidiana fatta di gerarchie invalicabili. I grattaceli del centro e ancora, i palazzi delle case popolari, sono lontani e inarrivabili come concentriche e insuperabili barriere sociali. L’ultimo anello, quello esterno, è il purgatorio attorno al quale gravitano umanità varie, marginali e sottoposte, ma che concorrono a mantenere paradossalmente lo status quo del potere, come inevitabile contrappeso ai vertici della piramide sociale. La stessa pressione terroristica – si nasconderanno proprio in questa periferia i bombaroli? – non è altro che l’ennesima scusa per l’establishment per stringere ancora di più la morsa su chi potere non ne ha.

Il giovane regista turco Amin Alper costruisce un mondo schizofrenico, freddo e buio, in cui la popolazione è vittima della paranoia e della paura e dal quale i due protagonisti, fratelli diversissimi e allo stesso tempo uguali, ingranaggi di un’unica ruota universale, tentano (inconsapevolmente e rovinosamente) la fuga. La pressione su di loro, come su una nazione intera, aumenta sempre di più sotto il peso sincopato degli attacchi terroristici, trasformando ogni rapporto umano prima basato sulla solidarietà in potenziale minaccia. Tanto Ahmet si richiude in se stesso, quanto Kadir vuole proiettare le sue insicurezze sugli altri. Il risultato è una lenta ma inesorabile discesa verso la follia.

Abluka è un inganno, un gioco di scatole cinesi, di specchi deformanti e sguardi ridondanti. E’ un affresco sulla situazione politica turca, sulla repressione del popolo curdo in Anatolia. Ma è anche un’indagine plausibile e forte su un mondo che più vuole controllare e più risulta perdere il controllo. Chi non coglie la visione d’insieme è destinato ad essere infinito tassello di una struttura che non cambia mai. E chi riesce a vedere invece, può rimanere accecato.
D’altra parte, forse è solo attraverso la follia che si può fuggire dalla rigidità di un ambiente sociale costruito per conservare se stesso e i propri schemi all’infinito.

Titolo originale: Abluka
Nazione: Turchia, Francia, Qatar
Anno: 2015
Genere: Drammatico
Durata: 114′
Regia: Emin Alper

Cast: Mehmet Özgür, Berkay Ates

Data di uscita: Venezia 2015 – In Concorso