Venezia72: “Ana Yurdu” di Senem Tuzen

La madre, la figlia, la madrepatria

Settimana della Critica 2015
La selezione della Settimana Internazionale della Critica, rassegna all’interno della 72. Mostra del Cinema di Venezia, continua il suo viaggio nelle opere prime dopo il portoghese Montanha e il nostrano Banat. Si tratta di Ana Yurdu, dramma familiare del giovane regista turco Senem Tuzen, ambientato nella sua Anatolia.



Nesrin è una giovane donna in carriera che, terminata una relazione, decide di lasciare il suo lavoro ad Istanbul per ritirarsi in un paesino rurale dell’Anatolia e dedicarsi al sogno di terminare il suo romanzo. Qui viene raggiunta dalla madre, fervente musulmana, che comincerà a turbare la sua oasi felice lontano dalla capitale e a invadere la sua vita privata, rimproverandola per lo stile di vita poco ortodosso e ammonendola con numerosi presagi che dice di “sentire”.

La trama si concentra quindi sui confronti tra le due donne, che approfittano della convivenza forzata per sfogarsi sulle parti più cupe delle proprie vite private.

Dramma né troppo originale né troppo pesante, Ana Yurdu rielabora il tòpos del confronto tra vecchia e nuova generazione (qui legato anche ai rapporti delle due generazioni con i precetti dell’islam) oltre a quello del rapporto madre/figlia, avvalendosi principalmente di dialoghi validi e arricchiti da una forte componente emotiva, che sono però uno dei pochi aspetti veramente interessanti del film.

La pellicola infatti, nonostante la scarsa durata (un’ora e mezza), risulta appesantita da una struttura narrativa che sembra non ingranare mai, fatta da una catena di scontri tra madre e figlia su un determinato argomento, puntualmente risolti da un dialogo che sembra riappacificare le due donne, e puntualmente riaperti nelle scene immediatamente successive. Il film termina con uno spiacevole episodio ai danni della ragazza, nel quale uno degli avvertimenti della madre si rivela reale: in questo modo la figura della madre, che per tutto il film era stata demonizzata e dipinta come uno scomodo ingombro per Nesrin, viene improvvisamente rivalutata.



La regia è estremamente semplice ma pulita, caratterizzata dalla tendenza a preferire la camera fissa al solito campo contro/controcampo per riprendere i numerosi dialoghi, permettendo così di non interrompere il ritmo degli scambi di battute che ricevono in questo modo maggiore intensità. 

In conclusione, seppur non appesantendo troppo, Ana Yurdu si muove su terreni già visti senza particolare originalità, e soprattutto senza lasciare granchè allo spettatore.


Titolo originale: Ana yurdu
Nazione: Turchia, Grecia
Anno: 2015
Genere: Drammatico
Durata: 98′
Regia: Senem Tuzen

Cast: Esra Bezen Bilgin, Nihal Koldas, Semih Aydin, Fatma Kisa
Produzione: Zela Film
Data di uscita: Venezia 2015 – Settimana Internazionale della Critica