Venezia 72. Fuori Concorso
La vita di Janis Joplin, dall’infanzia, al successo, fino alla tragica morte in una stanza d’hotel a Los Angeles, raccontata attraverso materiali d’archivio finora inediti. La documentarista Amy Berg presenta il più classico dei biopic per raccontare la vita, gli amori e la carriera di quella che senza ombra di dubbio è una delle cantanti più iconiche di sempre.
Janis Joplin rientra nelle famose tre J maledette della storia della musica, le J di Janis, Jim (Morrison) e Jimi (Hendrix), miti incontrastati e le cui vite di eccessi li hanno portati a non superare i 27 anni di vita.
Berg, grazie a interviste, riprese di concerti, testimonianze di amici, amanti e parenti, e tramite le lettere che la stessa Janis inviava ai genitori, coppia perbene del Texas che non ha mai visto di buon occhio la carriera della figlia, racconta la parabola di questo brutto anatroccolo che purtroppo non riuscirà mai a diventare cigno. Il ritratto che ne esce è quello di una giovane donna in costante lotta con sé stessa per ottenere il massimo dalla vita: il massimo successo, il massimo rispetto, la massima coerenza, e, soprattutto, il massimo amore. Purtroppo quest’ultimo sembrerà sempre eluderla, o non sarà mai abbastanza, portandola a cercare conforto nell’alcol e nella droga fino alla sua tragica scomparsa.
Una costante delle testimonianze riportate è l’incredibile sensibilità di Janis, una sensibilità che la porta a essere quasi una spugna nei confronti di tutto e tutti quelli che la circondano: Janis sente troppo, ed è difficile vivere in un costante stato di overload sensoriale. Ciò che la rendeva un’artista incredibile, la capacità di emozionare ed emozionarsi, è al contempo il suo più grande difetto, la sua più grande pecca.
Il 2015 è anche l’anno di Amy, documentario su un’altra grande artista bianca con una voce da blues, che se non può rientrare nelle tre J entra purtroppo a pieno diritto nel club dei maledetti 27, e inevitabile sorge il dubbio che non ci possa essere una via di mezzo, che il talento di cui entrambe sono state dotate sia stato troppo, che la loro arte vada a braccetto con la loro morte.
Se a livello filmico ci si trova di fronte al tipico biopic cronologicamente ordinato, l’esuberanza di Janis, la sua incredibile fame di vita, la sua risata roca e contagiosa non hanno bisogno di orpelli per emergere prepotenti da tutte le riprese. E quando si accendono le luci ci si accorge che questa volta è stata lei, a prendersi un pezzetto del nostro cuore.
Titolo originale: Janis
Nazione: U.S.A.
Regista: Amy Berg
Voce: Chan Marshall
Produzioni: Disarming Films, Jigsaw Productions, Thirteen Productions, llc’s American Masters, Sony Music Entertainment