Il ritratto avvincente e rivelatore dell’attuale presidente degli Stati Uniti d’America aprirà Torino Film Festival il 21 novembre.
Uno dei più scottanti e discussi film dell’anno, [W.->+-mot5456-+.html?id_secteur=2] di Oliver Stone, porterà – in anteprima italiana – Hollywood e Washington a Torino, nella serata di inaugurazione della 26^ edizione del Festival (21-29 novembre).
Il regista tre volte premio Oscar sarà a Torino per presentare l’attesissimo film a pubblico, stampa e professionisti del settore. Il film sta già ricevendo recensioni entusiastiche, e a detta di molti potrebbe influenzare l’esito delle prossime elezioni americane, grazie anche alla prova d’attore di Josh Brolin, definita “coraggiosa” e “da probabile candidatura all’Oscar”.
“W.” è interpretato da Josh Brolin (Non è un paese per vecchi) nella parte di George W. Bush, James Cromwell (The Queen) in quella di George Bush Sr., Ellen Burstyn (Requiem for a Dream) nella parte di Barbara Bush, Elizabeth Banks (40 anni vergine) in quella di Laura Bush; Toby Jones (Infamous) interpreta Karl Rove, Thandie Newton (RocknRolla) Condoleezza Rice, Jeffrey Wright (Quantum of Solace) Colin Powell, Scott Glenn (The Bourne Ultimatum) Donald Rumsfeld, Ioan Gruffudd (I fantastici quattro) Tony Blair e Richard Dreyfuss (Poseidon) Dick Cheney.
Diretto dal regista vincitore di tre premi Oscar Oliver Stone, al suo terzo biopic su un presidente americano dopo JFK (1991) e Nixon (1995), il film è scritto da Stanley Weiser (Wall Street) e prodotto da Moritz Borman (World Trade Center) e Bill Block (Vanilla Sky).
“W.” è la storia di George W. Bush: un uomo che per tutta la vita ha lottato con i suoi demoni personali, dibattendosi all’ombra del padre. Laureato a Yale, figlio trapiantato del Texas, ex alcolizzato; come ha fatto questa figura improbabile a trasformarsi da reprobo, riconosciuta pecora nera della sua stimata famiglia, in Leader del Mondo Libero? “W.” ne segue il percorso da Yale ai giacimenti petroliferi texani fino alla Casa Bianca, svelando lungo il cammino l’uomo che sarebbe diventato il 43º presidente degli Stati Uniti – le sue lotte, i suoi traguardi e le conseguenze di entrambi.