O meglio: è tornato a Torino, arricchito da una certa “Berliner Luft”, un professionista del cinema che, seppure dal nome francesizzante, è italiano, valdostano e torinese.
Si chiama Carlo Chatrian, classe 1971, e potremmo definirlo un “expat” rientrato: Chatrian ha finora percorso una brillante carriere manageriale all’estero, in ultimo come direttore del Festival del cinema di Berlino, dal 2020 al 2024. Lasciata Berlino, si apre un concorso per dirigere il Museo del Cinema della sua città, lo vince e dunque subentra a Domenico De Gaetano, in carica dal 2019.


Per un’istituzione del livello del Museo del Cinema si tratterà di una svolta epocale. Se vogliamo azzardare un paragone, si potrebbe dire che Chatrian è in grado di essere, per il Museo del Cinema, quello che l’eccezionale direttore Christian Greco è per il Museo Egizio.

Cinema ed Egizio: queste le due istituzioni museali torinesi per le quali “si viene a Torino”, che fanno da potente e efficace traino economico, di visibilità e di notorietà per la città. La svolta di Chatrian sarà, nelle intenzioni, appunto come per Greco, “Incrementare l’internazionalizzazione, farci conoscere di più dagli altri musei nel mondo e costruire relazioni, ma cercando un equilibrio anche con l’aspetto di ricerca” afferma Chatrian nel corso si un incontro stampa. “L’obiettivo – prosegue- sarà produrre dei contenuti, che siano mostre, rassegne, eventi: ma per questo ci vuole tempo. Al centro del mio progetto c’è il cinema Massimo: il Museo funziona bene ma non dobbiamo dimenticarci i film, la visione collettiva in sala che in questo periodo storico sta vivendo un periodo difficile in tutto il mondo”.
Ora Chatrian guiderà il Museo del Cinema per tre anni, con opzione di rinnovo per altri due. Che lo lascino lavorare e che nessuno sventato parvenu ci provi nel frattempo a mettergli (come per il troppo bravo e perciò “scomodo” Greco) i soliti odiosi bastoni tra le ruote! Guai!

E chissà che un giorno i due Direttori non si trovino per fare insieme un bel lavoro per Torino, che dopo anni vissuti di rendita dalle Olimpiadi del 2006, ha ormai bisogno di una bella rispolverata.