“Il mio è un cinema videosinfonico, senza racconto, senza trama, che esprime delle emozioni attraverso le immagini. Purtroppo la strada che ho intrapreso con i miei film non è stata seguita da nessun regista e non capisco il perché”. Lo ha dichiarato il regista Franco Piavoli, 89 anni, quando ha ricevuto da Lorenzo Caravello il premio alla carriera alla 72esima edizione di Italia Film Fedic, la Mostra del Cinema di Montecatini organizzata da Fedic, Federazione italiana dei Cineclub. Il percorso di cineasta , iniziato più di 60 anni fa come autore della Fedic, ha una svolta che gli darà notorietà nel 1982 quando presenta Il pianeta azzurro, suo lungometraggio d’esordio, in concorso al Festival del cinema di Venezia, premio UNESCO. ” Dal mio film emerge anche come nella natura non ci sia solo la prevaricazione, la legge del più forte- prosegue – Vorrei dire che c’è una sorta di solidarietà” ; rocambolesche e quasi incredibili le vicende che portarono alla realizzazione de Il pianeta azzurro: un giorno del 1979 l’amico Silvano Agosti si presentò da Piavoli a Pozzolengo, suo paese natale in provincia di Brescia, con una cinepresa Arriflex ed un pacco di bobine, dicendogli che era ora che realizzasse il suo primo lungometraggio. Per tutto l’anno a seguire Piavoli lavorò, in assoluta solitudine, alle riprese di quello che Andrej Tarkovskij definirà un capolavoro. Piavoli ritorna ai suoi primi passi rievocando le modalità di lavorazione di Emigranti, il corto proposto al pubblico del festival ” E stato girato con immagini e suoni, è presente solo qualche battuta in dialetto meridionale – dice ancora Piavoli – purtroppo il cinema videosinfonico , che oltre alle immagini utilizza solo i suoni della natura e le voci umane per la loro sonorità, non ha avuto proseliti“.
Piavoli, che ha realizzato altri tre lungometraggi da lui autoprodotti (Nostos – Il ritorno, 1989; Voci nel tempo, 1996; Al primo soffio di vento, 2002), ha anticipato di non voler più fare cinema: “Sono stanco, preferisco andare a spasso senza la macchina da presa. Basta film, ne ho già fatti abbastanza. Voglio fare altre cose. Al momento sto vivendo altre esperienze”. Ma, nonostante la sua età, la creatività non si ferma: “Certo, ho un progetto in mente, ma lo realizzerò quando ci saranno le condizioni”. E sulla città che ospita il festival Fedic ha aggiunto: “Ho un bel ricordo di Montecatini, dove ho presentato alcuni dei film che sono stati premiati”