“….la vita forse non è esattamente quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda. E che spesso non si vive la vita come vuoi tu, ma come vuole lei”. Un po’ romanzo di formazione, un po’ biografia, La mia vita raccontata male, il monologo con Claudio Bisio in cartellone per la stagione di prosa al Teatro Goldoni di Venezia da giovedì 4 a domenica 7 aprile ci rammenta che se è vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando guardiamo all’indietro la strada è ben segnalata da una scia di scelte, intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli, spesso tragicomici o paradossali. Attingendo dall’enorme e variegato patrimonio letterario di Francesco Piccolo, già sceneggiatore, tra i tanti, di Nanni Moretti, Paolo Virzì e Marco Bellocchio, lo spettacolo diretto da Giorgio Gallione si dipana in un’eccentrica sequenza di racconti e situazioni che inesorabilmente costruiscono una vita che si specchia in quella di tutti: dalla prima fidanzata alle gemelle Kessler, dai mondiali di calcio all’impegno politico, dall’educazione sentimentale alla famiglia, dall’Italia spensierata di ieri a quella sbalestrata di oggi. Così Claudio Bisio in un continuo, perfido e divertentissimo ping-pong tra vita pubblica e privata, reale e romanzata, racconta “male”, in musica e parole, tutto ciò che per scelta o per caso concorre a fare di noi quello che siamo. In questa tessitura sorprendente si muove Claudio Bisio, accompagnato da due musicisti d’eccezione, Marco Bianchi e Pietro Guarracino per costruire con i brani composti da Paolo Silvestri una partitura emozionante, profonda ma anche giocosamente superficiale, personale, ideale, civile ed etica. Lo spettacolo diviene così una indiretta riflessione sull’arte del narrare, su come il tempo modifica e trasfigura gli accadimenti, giocando spesso a idealizzare il passato e reinventando il reale nell’ordine magico del racconto.