“Abbandonare un gatto” di Haruki Murakami

Un racconto per immagini

In questo breve racconto, l’autore ricorda di quando, col padre, portò il gatto in bicicletta fino alla spiaggia, allo scopo di abbandonarlo lì. Era, all’epoca, un fatto piuttosto comune. Tornati indietro, però, trovarono il gatto che li aspettava davanti alla porta: li aveva preceduti a casa.

Questo aneddoto è usato da Murakami come pretesto per raccontare vari episodi sulla vita del padre. Viene narrata, in particolare, la giovinezza di Murakami Chiaki: l’educazione buddista, i suoi studi, il ruolo svolto nella guerra contro la Cina. I fatti sono elencati in modo frammentario e incerto; lo stesso autore confessa di non conoscere molti eventi, anche importanti, della vita del padre. Chiaramente la spinta generatrice del libro è la morte di Chiaki, che ha portato il figlio a raccogliere in un volume i suoi ricordi, benché spezzettati e spesso poco interessanti.

“Abbandonare un gatto” non è quindi un romanzo vero e proprio, ma un omaggio di Murakami al padre; non c’è, quindi, una trama né una cronologia ben definita. Il libro è francamente poco godibile, non fosse per le splendide illustrazioni di Emiliano Ponzi, vere protagoniste del volume. Sono le illustrazioni, appunto, a narrare la storia, un racconto che viene solo suggerito dalle parole.

Emiliano Ponzi, originario di Reggio Emilia, lavora attualmente a Milano ma i suoi disegni sono apprezzati in tutto il mondo. I suoi clienti infatti includono brand e riviste internazionali, quali The New York Times, Le Monde, Louis Vuitton, Cartier, il Moma di New York. Come dichiarato dallo stesso Ponzi nel corso di un’intervista «lo stile è sopravvalutato. Quello che conta davvero è il modo di far diventare immagine la parola». Nelle illustrazioni di “Abbandonare un gatto”, l’artista ci riesce perfettamente, traducendo in figure anche il non detto. Le immagini arrivano ad essere più eloquenti e affascinanti del racconto stesso.

Ponzi si schiera contro quel livellamento estetico che stiamo vivendo nei tempi dei social; l’estetica attuale si fonda su metodi che a, loro volta, si concentrano sul prodotto commerciale. «Il mio modo è più concentrato sul processo. Non importa il prodotto, importa che il processo sia sempre diverso. Sia un vettore di crescita prima di tutto personale e poi anche per il mercato. Questo è interessante perché è sempre una ricerca». Le illustrazioni per questo specifico libro rispecchiano perfettamente non solo i fatti narrati, ma lo stile di Murakami, diventano quasi una sorta di “voce”.

Un libro quindi che consiglieremmo non tanto per la parola scritta (povera sia quantitativamente che di contenuto), ma per (ri)scoprire un illustratore tutto nostrano, uno dei nomi più importanti del panorama contemporaneo.

 

Murakami Haruki, Abbandonare un gatto, Einaudi, 2020, pp. 76, euro 15.

https://www.einaudi.it/catalogo-libri/narrativa-straniera/narrativa-giapponese/abbandonare-un-gatto-murakami-haruki-9788806246020/