“Air – La storia del grande salto” di Ben Affleck

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Come si fa a girare un film su una leggenda, uno dei più grandi sportivi di tutti i tempi, un film su Michael Jordan, ma senza Michael Jordan? Ben Affleck raccoglie la sfida e decisamente vince con Air – La storia del grande salto (magari torniamo poi sull’infelice titolo italiano), nelle sale italiane da mercoledì 5 aprile e in seguito in streaming su Prime Video. Forse uno dei migliori sport movie, che affronta però anche altri temi con una rassicurante, tradizionale regia.

E’ il 1984 e la Nike fatica a conquistare un suo posto nel mercato in crescita delle scarpe sportive, dominato dall’americana Converse e dalla tedesca Adidas. Air è la cronaca di come un gruppo di persone motivate, muovendosi contro tutte le logiche commerciali di quegli anni, cambiò per sempre il mondo dell’abbigliamento sportivo grazie a un rivoluzionario accordo tra una ventenne matricola del basket e una azienda con la voglia di crescere, ma senza un budget miliardario a disposizione.

Ben Affleck è Phil Knight in AIR. Photo: ANA CARBALLOSA © AMAZON CONTENT SERVICES LLC

Diretto da Ben Affleck, che interpreta anche il ruolo del fondatore della Nike, Phil Knight, Air inizia con una girandola di immagini di fatti, film musica, personaggi che occuparono il 1984, una sequenza che, per chi quegli anni li ha vissuti, equivale a una operazione nostalgia in piena regola.

Matt Damon, imbolsito, è Sonny Vaccaro, ex rappresentante, poi cercatore di talenti per la Nike. Con un occhio allenato a scovare campioni e una vita abbastanza solitaria, per Sonny la leggenda da corteggiare (da cui il sottotitolo originale courting a legend) è una promettente matricola ventenne del South Carolina che non ha nemmeno ancora giocato nell’NBA. Il suo nome è Michael Jordan. E non vuole sentire parlare di Nike.

Matt Damon e Viola Davis in Air, diretto da Ben Affleck. Photo Credit: Ana Carballosa – Copyright: © AMAZON CONTENT SERVICES LLC

Sonny, però, non è uno che molla facilmente. La chiave è nel convincere i genitori di Jordan, e soprattutto la determinata madre di Michael, Deloris (Viola Davis, il nome dell’attrice suggerito dallo stesso Jordan) a mettere piede nella sede della Nike. Impresa non facile, perché Jordan era ‘corteggiato’ dagli altri due colossi, Converse e Adidas, con offerte piuttosto sostanziose.

A disegnare una scarpa che cambierà per sempre il mondo delle calzature sportive ci penserà il designer Peter Moore (Matthew Maher) con il modello, costruito “intorno” a Jordan, della scarpa più venduta della storia: la Air Jordan.

Matthew Maher, Matt Damon e Jason Bateman. Photo Credit: Ana Carballosa – Copyright: © AMAZON CONTENT SERVICES LLC

Ma non fu solo la Air Jordan a fare epoca: fu l’accordo tra l’atleta e la Nike, un contratto che per la prima volta prevedeva per il giocatore una partecipazione agli utili, voluto da Deloris Jordan, perfettamente consapevole del valore e del talento del figlio e decisa a non cedere. Sul fronte Nike oltre a Vaccaro lavorarono all’accordo l’ex giocatore Howard White (Chris Tucker) e il Vice Presidente Marketing Rob Strasser (Jason Bateman) che mai avrebbero immaginato che quella scarpa sarebbe stata l’elemento catalizzatore per una duratura industria multimiliardaria.

Tutto questo Air, grazie alla effervescente sceneggiatura dell’esordiente (nel lungometraggio) Alex Convery, lo racconta con una sapiente miscela di emozioni e azione, rendendo omaggio a tutti i protagonisti senza trasformarli in eroi, anzi, mostrando le difficoltà e le debolezze seppure sempre con un tocco di leggerezza e umorismo. A renderlo un azzeccato film di intrattenimento come da tempo non si vedeva sul grande schermo contribuiscono il montaggio da film di azione, la fotografia che usa le sfumature dei film Anni Ottanta, la  trascinante colonna sonora  – dai Dire Straits a Bruce Springsteen – la chimica tra gli attori.

Chris Messina è David Falk in AIR. Photo: ANA CARBALLOSA © AMAZON CONTENT SERVICES LLC

Prodotto dalla neonata casa di produzione Artists Equity, fondata da Affleck e Damon, Air ha meccanismi narrativi perfettamente oliati e alcuni punti di forza: le telefonate, specialmente quelle tra l’agente di Jordan, David Falk (l’attore Chris Messina), spettacolo nello spettacolo, le passeggiate tra le scrivanie di Jason Bateman-Rob Strasser sono una specie di epitome dell’uomo di marketing negli Anni Ottanta – Strasser rivoluzionò letteralmente  il marketing nel mondo delle scarpe sportive – il monologo finale di Matt Damon-Sonny Vaccaro che si gioca il tutto per tutto per convincere Jordan a passare alla Nike.

Viola Davis e’ Deloris Jordan in Air. Photo Credit: Ana Carballosa – Copyright: © AMAZON CONTENT SERVICES LLC

Air non è la storia di Michael Jordan, ma non ci sarebbe questa storia senza Michael Jordan. La presenza sempre evocata e mai esplicita lascia lo spettatore alla ricerca del proprio personale ricordo del campione. Si dice sempre che ciò che conta non sia la mèta, ma il viaggio. Ecco: Air è come un viaggio, pieno di imprevisti ed emozionante. Sappiamo tutti come è andata a finire, eppure stiamo con lo sguardo incollato allo schermo per vedere cosa succede.

Per chiudere due parole sul titolo italiano. Perché una frase brutta e banale come La storia del grande salto, che non aggiunge e non spiega nulla del film?

Titolo originale: Air
Regia: Ben Affleck
Cast: Matt Damon, Ben Affleck, Jason Bateman, Viola Davis, Chris Messina, Gustaf Skarsgård, Marlon Wayans, Chris Tucker, Jessica Green, Matthew Maher, Julius Tennon, Barbara Sukowa
Paese: USA
Durata: 112 min
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
Sito ufficiale Italia: https://www.warnerbros.it/scheda-film/genere-biografico/air-la-storia-del-grande-salto/
Uscita: 5 aprile (cinema) in seguito streaming Prime Video