Una rapina andata male, due fratelli in fuga, un’ambulanza e una paramedica in ostaggio. Esplosioni e carambole di auto. Bentornato, Michael Bay!
Will Sharp (Yahya Abdul Mateen II) è un veterano di guerra decorato che fatica a trovare lavoro ma ha un disperato bisogno di molto denaro per un costoso intervento chirurgico per sua moglie, che l’assicurazione si rifiuta di pagare. Si rivolge al fratello adottivo Danny Sharp (Jake Gyllenhaal), proprietario di una costosa concessionaria di auto di lusso e da corsa, copertura per una serie di attività criminali. I loro rapporti si sono interrotti tempo prima, quando Will ha deciso di rinunciare ad una carriera da rapinatore per arruolarsi.
Danny rilancia proponendo a Will un’ultima grande rapina da fare insieme alla Federal Bank di Los Angeles. Bottino: 32 milioni di dollari. L’effetto sorpresa dovrebbe assicurare il successo dell’impresa, malgrado i molti – e fondati – dubbi di Will sulla organizzazione. Quando a causa di un errore di Danny la rapina e la fuga finiscono male e a poco a poco il piano di Danny va letteralmente a rotoli, i due fratelli prendono in ostaggio un’ambulanza: a bordo un poliziotto che Will ha ferito, assistito dalla esperta paramedica Cam (Eiza Gonzalez).
Con la squadra speciale, l’FBI e chi più ne ha più ne metta alle calcagna, Will e Danny, nel giro di una giornata, attraversano tutte le possibili strade di LA (le due lettere evidenziate in giallo nei titoli di testa e nel poster, omaggio del regista alla sua città natale), da Chinatown a Santa Monica, inseguiti da carovane di auto e da elicotteri ai quali riescono a sfuggire tra inverosimili manovre, un intervento chirurgico in corsa (e con istruzioni via tablet) e un prevedibile finale a cui si arriva dopo 136 minuti di inseguimenti, esplosioni assortite – ma non così frequenti e sovrabbondanti – , acrobatiche e affollate collisioni di auto. Nonché varie e reiterate riprese con i droni dal cielo e dai grattacieli di Los Angeles fino all’asfalto delle strade utilizzando la tecnica “FPV” (vista in prima persona, questi droni possono raggiungere le 100 miglia orarie). Il resto lo fanno gli effetti speciali, la fotografia di Roberto De Angelis e il montaggio di Pietro Scalia.
C’era una volta, nel 2005, un piccolo film danese, Ambulancen, in cui due fratelli dopo una rapina in banca nella sonnacchiosa Danimarca, dirottano un’ambulanza che ha a bordo un malato di infarto. La storia atterra qualche anno dopo sulla scrivania dello sceneggiatore Chris Fedak, che ne intuisce il potenziale per un film d’azione. Quando Michael Bay è salito a bordo del progetto, ha scelto di non guardare il film danese né leggerne la sceneggiatura, per cercare di non rimanerne influenzato. L’idea era quella di girare solo a Los Angeles, in 39 giorni, in pieno lockdown da pandemia, con la consueta energia che Bay riesce sempre a trasmettere non solo al cast di attori e al team tecnico, ma anche allo spettatore in sala.
In Ambulance Michael Bay non si concentra però solo sull’elemento thriller-action, ma cerca di dare maggiore profondità ai personaggi e alle dinamiche tra i tre protagonisti. Non ci sono buonissimi e cattivissimi, ma ci sono esseri umani con i loro problemi, difetti, paure, manie, persone che a volte fanno la cosa giusta, più spesso prendono decisioni sbagliate sull’onda di una scelta emotiva più che razionale.
L’intrattenimento è comunque assicurato per tutti e le oltre due ore, malgrado le improbabili situazioni, scorrono veloci verso lo scontato finale.
Titolo originale: Ambulance
Regia: Michale Bay
Sceneggiatura: Chris Fedak
Cast: Jake Gyllenhaal, Yahya Abdul Mateen II, Eiza Gonzalez, Garret Dillahunt, Moses Ingram, Jackson White
Distribuzione: Universal Pictures International Italy
Durata: 136 minuti
Uscita (cinema) 23 marzo