“Amori che non sanno stare al mondo” di Francesca Comencini
Claudia (una bravissima Lucia Mascino) e Flavio (un eccellente Thomas Trabacchi) inspiegabilmente si sono amati. Di sicuro le dinamiche di una coppia appartengono solo alla coppia stessa; e chiunque da fuori cerchi di interpretarle, fallirà di sicuro. Come, forse, abbiamo sbagliato noi per tutta un’ora e mezza a cercare di capire come il personaggio di Flavio possa essere stato per ben sette anni con una donna come Claudia.
Attraverso diversi passaggi che conducono lo spettatore tra passato e presente, conosciamo il rapporto tormentato di questi due adulti. Lei sempre sul piede di guerra accusa lui – secondo chi scrive più che accusare, tormenta – di una serie di egoismi e di non amarla. Lui, che con lei non sia annoia mai, a un certo punto non riesce più a stare con lei.
Succede che lui incontra una di vent’anni più giovane che si fa impalmare con tanto di cerimonia e abito bianco. Lei, incapace di non dimenticare, di non amarlo, si lascia travolgere da un amore lesbico. Nel frattempo si perdono in riflessioni sul sesso e sul tempo che passa lasciando tracce sul corpo.
Gli attori sono bravi, non lo hanno dimostrato in questo film. Hanno un curriculum che parla da solo. Il voto che diamo al nuovo lavoro di Francesca Comencini è solo per loro.
Il pubblico è subito portato a fare il tifo per Flavio, almeno noi non potevamo stare che dalla sua parte, perché sarà stato anche meno innamorato di lei, più razionale o meno romantico – se l’idea era quello di farlo apparire come un mostro egocentrico, a noi non è arrivata – ma il personaggio di Claudia è insopportabile per 92 minuti.
Avere un rapporto omosessuale o con una persona di vent’anni più giovane?