La polizia scientifica italiana sta indagando per risolvere il mistero del vero volto del celeberrimo architetto Andrea Palladio.
Gli esperti della Scientifica stanno applicando le più avanzate tecniche investigative per analizzare tutti i ritratti attribuiti al Palladio. Ad essere confrontati nei ritratti sono i singoli particolari dei visi; in alcuni casi ottimizzati anche attraverso il ricorso alla tecnica dell’”age progression”.
Questa attività scientifica, oltre a quella degli esperti della letteratura storico- critica sarà illustrata nella Mostra a Palazzo Barbarano da Porto, sede del Palladio Museum a Vicenza in cui sono esposti i documenti e i principali ritratti dell’architetto.
In questa ricerca si apre uno spiraglio di una nuova pista che arriva a Mosca: una tela che potrebbe essere l’unico dipinto mentre Palladio era vivo. L’obiettivo è quello di rendere noti i risultati entro il prossimo gennaio. Forse per la prima volta dopo 500 anni Andrea Palladio avrà veramente un volto credibile tra i troppi discordanti che l’iconografia internazionale gli ha attribuito in questi cinque secoli.
L’indagine più accurata si concentra dunque nell’unico ritratto che si trova a Mosca. Questo ritratto era patrimonio della famiglia Capra prima e poi della famiglia Conti Barbaran fino al 1849.Da quell’anno si persero le tracce. Il ritratto è stato ritrovato in Mosca nella collezione del palladianista e architetto russo Ivan Zoltovjky (1867-1959) che comprò il ritratto – dipinto dal pittore veronese Orlando Flacco di cui parla anche il Vasari nelle sue “Vite” – in una sua andata a Vicenza prima del 1917.
Si chiedono però gli storici: siamo sicuri che ci si avvia a una certezza? E’ un ritratto originale oppure una copia? La radiografia mostra una tela di tipo cinquecentesco. Ne risulta che le molteplici correzioni del dipinto spingono a pensare che non si tratti di una copia, ma di un originale forse degli ultimi anni in cui il Palladio fu in vita (morì nel 1580).
Il mistero del volto del Palladio inizia dal fatto che nei “Quattro libri dell’Architettura” di Andrea Palladio, stampati a Venezia dall’Editore Domenico de’ Franceschi nel 1570, manca il ritratto dell’autore. Da qui l’interrogativo: perché manca dal momento che la presenza dell’effige dell’autore nel testo è una tradizione che risale ai manoscritti medievali? Tutti i grandi, da Alberti a Vignola, ebbero per tradizione la loro immagine sui frontespizi. Palladio invece no. Gli storici, lodandolo, ritengono che ommise la sua immagine per modestia innata.
Degli undici ritratti provenienti due da Londra (Kensington Palace), uno da Copenaghen (Statens Museum), quattro da Vicenza (villa Rotonda, villa Malamarana, Teatro Olimpico, villa Caldogno), uno da Notre Dame, Indiana (Snite Museum of Art), uno da una collezione privata a Mosca, uno da Praga (Narodni Muzeum), uno da un’asta di Cristie’s a New York ed un ultimo da antique shop nel New Jersey.
Tutti questi ritratti sono oggetto da tempo di studi intensi. Ora ,come riferito, gli studiosi si concentrano soprattutto sull’effige di Mosca.
La ricerca continua. Si auspica che il prossimo gennaio la Polizia scientifica,in stretta collaborazione con gli studiosi, ci dia più certezze. L’importante che Palladio sia esistito e che il suo genio ci abbia donato i suoi tesori architettonici.
Ha collaborato Farida Monduzzi