Vivere, amare, morire: tre temi fondamentali nell’esistenza umana, tre nodi che da sempre filosofi – e oggi anche psicoanalisti e sociologi – discutono senza una risposta univoca. La prima pellicola italiana in concorso per l’Orso d’oro della Berlinale 2024 ci parla di questi temi, con intensità ed emozione.
Il film drammatico è ambientato in una anonima città (tipo Metropolis) del mondo futuro, dove la ditta “Another end” ha realizzato una procedura per consentire di riportare brevemente in vita i defunti per dar loro un ultimo saluto.
Si tratta di qualcosa che molti accettano ma che per Sal – la cui moglie Zoe è recentemente morta – è sconvolgente, perché non solo infrange il tabù della morte eterna, ma anche perché tale procedura prevede che si catturino i ricordi dei defunti per inserirle temporaneamente nel corpo di una persona vivente, che farà da “ospite” (host).
Alla fine Sal accetterà la procedura, perché convinto dalla sorella Ebe che lavora alla “Another end”, ma cercherà di investigare sulla misteriosa persona che fa da “host” per la moglie. Le sue indagini – notturne e tormentate – porteranno lo spettatore a scoprire una realtà diversa da quella immaginata.
Filo conduttore, però, non è la trama investigativa e nemmeno la fantascienza (anche se così potrebbe apparire) bensì il nostro modo di essere con gli altri, anche le persone amate, dove troppo spesso siamo condizionati dal nostro egoismo, da rancori, da questioni futili che, di fronte all’ineluttabilità della morte, appaiono in tutta la loro meschinità e inconsistenza.
Firmata dal 42 enne siciliano Piero Messina (L’attesa)è corroborata da un superbo cast internazionale: il messicano Gael García Bernal (Sal) è un protagonista commovente e struggente, ovviamente sempre anche affascinante; la norvegese Renate Reinsve (Zoe e la host Ava) è una co-protagonista che sa sdoppiarsi in modo credibile , la franco- argentina Bérénice Bejo (Ebe) è il legame tra i due che rende possibile la vicenda.
“È una storia profonda e molto romantica – osserva Gael García Bernal – dove nel distacco si pone il tema dell’attesa più intensa: è un momento molto fertile per parlare di amore. Solto contento e orgoglioso di avervi partecipato”. “Imparare a lasciar andare le cose – prosegue – è difficile ma importante, fondamentale per crescere.
“È anche una riflessione sulla cultura occidentale – osserva Messina – che considera il corpo separato dalla vita mentre sono invece due entità unite”.