‘L’odore assordante del bianco’, Preziosi è Vincent Van Gogh al Toniolo di Mestre

Siamo nel 1889 e nello spazio bianco assoluto della stanza di un istituto psichiatrico a Saint-Paul-de-Manson, in Provenza, è rinchiuso Vincent Van Gogh.

Lo spazio bianco è un luogo fisico, una tela immacolata da dipingere ma anche un luogo della mente, che si fa prigione, una cella deserta, svuotata di senso, da riempire di significati. Da riempire di tormenti o allucinazioni, nel caso di Vincent, un Alessandro Preziosi in pefetto ed appassionato equilibrio sul filo dei pensieri ossessivi del pittore smarrito nell’odore assordante del bianco, un uomo che vive una realtà altra, quella degli artisti, in cui i cinque sensi si fondono in un’unica sfera sensoriale, inaccessibile alla moltitudine, di cui fanno parte i medici – carcerieri che lo tengono imprigionato, che segnano i rigidi confini tra follia e sanità, tra arte e vita, realtà e immaginazione.

L’atmosfera è sospesa in una luce accecante che è insieme calma e inquietudine, luogo dell’assenza e delle infinite possibilità. Alle spalle dei protagonisti la versione bianca del campo di grano con volo di corvi, la tela spogliata dei colori abbaglianti di Vincent appare anch’essa ridotta al silenzio e priva di vita. Cuore di questa pièce il dialogo incalzante fra Vincent e il fratello Theo (Massimo Nicolini), venuto a fargli visita, presenza fisica o immaginaria poco importa, perché come ripete il direttore dell’istituto, il dottor Peyron (Francesco Biscione) a Van Gogh nel serrato dialogo finale, ‘è tutto nella tua mente, Vincent’.

 

di Stefano Massini
regia Alessandro Maggi
con Alessandro Preziosi
e con Francesco Biscione,
Massimo Nicolini, Roberto Manzi, Alessio Genchi, Vincenzo Zampa
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
disegno luci Valerio Tiberi e Andrea Burgaretta
musiche Giacomo Vezzani
supervisione artistica Alessandro Preziosi
foto Francesca Fago
produzione Khora.teatro, Teatro Stabile D’Abruzzo
in collaborazione con Festival di Spoleto60

L’odore assordante del bianco è uno dei primi testi di Stefano Massini, vincitore del Premio Pier Vittorio Tondelli 2004.

 

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