“Atlante delle isole remote” di Judith Schalansky

Il Paradiso è un’isola. Anche l’inferno

Questo atlante è, come ogni atlante, il frutto di un viaggio di esplorazione – sebbene immaginario. In poco più di duecento pagine, l’autrice ci conduce su cinquanta isole lontanissime, seducenti, inesplorate e inesplorabili.

Judith Schalansky, scrittrice tedesca classe 1980, è un personaggio eclettico e affascinante: designer, appassionata di tipografia, autrice nel 2008 di un saggio sui caratteri gotici. Non stupisce, quindi, che l’aspetto grafico del libro sia tanto importante quanto il suo contenuto. L’Atlante delle isole remote è innanzitutto un bell’oggetto, curato ad arte.

Il sottotitolo “Cinquanta isole dove non sono mai stata e mai andrò” non lascia spazio ad interpretazioni: non troverete questi luoghi su Google maps. Pagina dopo pagina, scorrono davanti ai nostri occhi i racconti di chi cercò di attraccare su queste terre inospitali, le cartine dettagliatissime, le coordinate che fissano inequivocabilmente questi luoghi inesistenti.

L’Atlante colpisce proprio per questa sua dicotomia: la geniale bugia e le mappe dettagliatissime; la desertica solitudine e l’eccitazione della scoperta; l’uomo opposto alla natura selvaggia.

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Le isole vengono raccontate con un linguaggio storico, che le rende ancora più reali: conosciamo Napuka, “l’isola della delusione”; attracchiamo su Floreana, sede di un amore infelice; esploriamo con Darwin le Isole Keeling.

Questi luoghi sono descritti come freddi e pericolosi, terre dalle quali fuggire, ma anche come isole incontaminate sulle quali costruire una piccola Utopia (Le rivoluzioni sono proclamate sulle navi, le utopie sono vissute sulle isole).

Di certo non si dà alla fuga il lettore, ipnotizzato dal racconto visionario eppure estremamente reale di Judith Schalansky. L’Atlante, pubblicato nel 2013, ha vinto diversi premi e si è guadagnato di recente una pubblicazione in formato tascabile – altrettanto bella. Un libro che consigliamo ai contemplatori e ai pensatori solitari ma soprattutto un piccolo gioiello interessante sia dal punto di vista grafico che letterario che onirico.