Stupisce Gabriella Belli, direttrice dei Musei Civici Veneziani: dopo aver ideato con grande successo la Mostra dello scorso dicembre con il tema Attorno a Klimt. Giuditta, eroismo e seduzione nelle sale del Centro polivalente del Candiani di Mestre, ne propone nuovamente un’altra dal tema religioso L’Annunciazione. Manifestazione in cui domina il dipinto prestigioso dell’Annunciazione del Tiziano che dal Cinquecento campeggia nello scalone monumentale della Scuola Grande di San Rocco in Venezia; ora gelosamente prestata al Candiani.
Questo soggetto tanto caro alla storia della Chiesa appare sulle tele dei più grandi artisti dal Rinascimento a tutto il XIX secolo.
“Il tema di Maria Annunciata – commenta la Belli – ha una mirabile variazione, dai dipinti semplici delle edicole alle raffigurazioni di messali o sulle navate delle chiese ora vestita di umiltà con mantello azzurro o come regina con stoffe preziose del Beato Angelico o di Pietro o di Antonello; stupita o forse spaventata come nel Lotto di Recanati o ritrosa come in Simon Martino mentre in Tiziano devotamente compita e consapevole del ruolo a Lei affidato”.
La tela tizianesca si adagia in una struttura spaziale di tipo rinascimentale in atteggiamenti sobri ed equilibrati nella fuga delle colonne esaltanti il colloquio muto da parte del casto porgere del giglio da parte dell’Arcangelo sino al trattenuto movimento del volto della Vergine.
Nelle sale si assiste all’armonioso succedersi di mirabili Annunciazioni, dall’acquaforte di Valentin Le Fevre, alla litografia di Giovanni Busato, all’acquaforte di Pietro Monaco, agli acquarelli di Bartolomeo Cesi e di Giovanni Battista Poggi, all’olio su tavola di Lazzaro Bastiani, dalla visione di un immobilismo ascetico, all’altarino a trittico anonimo del XVII secolo dalle incisioni dorate, alle numerose tempere con lamine d’oro su pergamene in testi del XV, XVI e XVII secolo, all’originale tavola linea di Teodoro Paulakis (XVII secolo) in cui la Vergine appare come una smarrita popolana intenta a ricamare, all’assicurante Annuncio di Emiliano Lombardo (XVII sec.). Preziosa la tela di Benvenuto Tisi detto il Garofolo (1481-1559), mai uscita sinora dalle collezioni della Fondazione Cini: lo sfondo dolomitico con i suoi laghi alpini profuma di attese sublimi il tacito colloquio tra la Vergine e l’Angelo.
Improvvisamente si precipita nella grande espressione artistica del nostro tempo con le originale opere di Lucio Fontana turbando il fruitore con i suoi metafisici tagli, la sua astrattezza che ci proietta ai primordi della creazione, e tutto viene trasfigurato nella luce: plasma la materia e i frammenti di vetro gareggiando con i mosaici austeri, introducendovi l’immaginifico e la contemplazione. Si passa alla luce fluorescente – di sublime originalità – delle Croci di Dan Flavin prospettando il Calvario nella sua nudità di redenzione. La metope di Antonio Canova ci offre Maria incurvata leggermente per lo smarrimento mentre l’Angelo addolcisce l’annuncio con la sua serenità. Sono assorbiti dal paesaggio, l’Angelo e la Vergine, nel quadro di Konstantinos Parthenis dal tocco lieve espressionista.
L’ultima opera della mostra copre una parete per offrirci l’allegoria della nostra epoca dai lineamenti essenziali e immediati: l’Annunciazione di Luigi Ontani é riassunta nella proiezione di un giovane inginocchiato recante in mano un giglio con lo sguardo proiettato lontano per un colloquio di riflessione rivolto agli spettatori.
AL CANDIANI DI MESTRE DAL 14 O4 AL 2O.7. 2O17
ha collaborato Farida Monduzzi