“Il triangolo no”, già cantava nel 1978 il bravo Renato Zero. E sebbene questo film, come dice Claire Denis (Parigi, 1946) sia stato girato in piena pandemia “Con amore e determinazione” proprio come recita il titolo. Comunque il maturo triangolo amoroso che racconta sembra forzato e fuori del tempo per gli adulti e decisamente vecchio per i giovani. In un periodo dove ben altre sono le angustie dell’umanità intera, questo pur raffinato film sfiora, e solo incidentalmente, temi come il razzismo e il futuro dei giovani.
Peccato, perché la regista è nota per il suo impegno sulla condizione umana, frutto non solo dei sui studi ma anche della sua infanzia trascorsa in Africa.
Il film grava dunque in gran parte sulle spalle capaci e sapienti di interpreti eccezionali, Juliette Binoche (Sara) e Vincent Lindon (Jean) con l’aggiunta del terzo incomodo, Gégoire Colin, nel ruolo di un diabolico François.
Parigi, ai giorni nostri: Sara è una donna intelligente e capace, una giornalista che intervista per la radio personaggi noti e impegnati nelle battaglie per i diritti, per la pace e la cultura. Ma quanto inferiori a lei sono i due uomini che ella ama! Due trafficoni del mondo del rugby, un po’ sportivi e un po’ affaristi: François è il suo ex, che l’ha fatta soffrire andandosene con un’altra e ora, che lei sembra aver trovato la felicità con Jean, la rivuole. Ma Jean stesso, ex rugbista che ha pure scontato anni di galera non si sa bene per che cosa, non è quell’innocentello che vorrebbe far credere.
Ebbene: costei, che dovrebbe esser già abbondantemente matura per capire, che cosa ci trova di così irresistibile, appagante e seducente in questi due insignificanti e pure un poco loschi figuri? Tanto è il contrasto tra le donna e i suoi uomini, che le scene di sesso appassionato, che abbondano, sembrano stonate e forzate, quasi farsesche. Meglio dunque sola, che così improvvidamente accompagnata?
Il film è in concorso per gli Orsi della Berlinale 2022.