Álex Pina è il creatore de La casa di carta, serie televisiva spagnola del 2017 trasmessa inizialmente da un’emittente nazionale, Antenna 3. Il passaggio sulla piattaforma Netflix l’ha innalzata agli onori dell’altare, tenendo incollati allo schermo milioni di spettatori in tutto il mondo.

Guidata dal misterioso professore, una banda di ladri (ognuno con il nome di una città come pseudonimo), tra cui Berlino (Pedro Alonso), con indosso una tuta rossa e la maschera di Salvador Dalì, fa irruzione nella Zecca di Stato, per stamparsi i soldi che poi ruberà. La Casa di Carta è un thriller composto da 5 stagioni per un totale di 55 episodi con personaggi che hanno conquistato per la tensione emotiva e per la bravura dei loro interpreti.

Arrivano ora – sempre su Netflix – gli 8 episodi dello spin-off Berlino. Il personaggio interpretato da Pedro Alonso si è trascinato dietro una schiera di molti fan tale per cui gli ideatori della serie hanno pensato di riprendere in mano questo ladro e raccontarne il passato con una serie a lui dedicata.

Dal 29 dicembre in tutti i paesi in cui Netflix è attivo parte quindi una delle prime avventure di Berlino, senza il Professore (Alvaro Morte).

Ci sono solo due cose in grado di trasformare una brutta giornata in una giornata fantastica: l’amore e un giorno di lavoro che frutta milioni. Questo è ciò che porta Berlino a rivivere i suoi anni d’oro, un periodo in cui non sapeva ancora di essere malato e non era rimasto intrappolato all’interno della zecca spagnola

Sempre scaltro ladro manipolatore è, sempre carogna ambigua e romantica è, e sempre con una banda di giovani esperti organizza un colpo: un furto di gioielli da 44 milioni.
A coprirgli le spalle ci sono: l’esperta in tecnologia Keila (Michelle Jenner), l’amico di lungo corso di Berlino Damián (Tristán Ulloa), la misteriosa Cameron (Begoña Vargas), l’introverso ma sprazzante Roi (Julio Peña) e lo spavaldo Bruce (Joel Sánchez).

I due creatori di Berlino Álex Pina ed Esther Martínez Lobato hanno scelto una strada giocosa (se il duetto non è più Bella Ciao ma Felicità il leitmotiv è lampante) su un terreno che svela non poche fragilità soprattutto nel finale, per poi scendere  decisamente nel troppo mieloso rispetto alla narrazione de La Casa di Carta.

Lo schema della rapina è suppergiù ricalcato su quello della serie tv “madre”, c’è tensione, ma il thriller sbiadisce. Tutto gira intorno al personaggio principale, Berlino.
I componenti della banda non riescono ad avere, ma nemmeno ad arrivare a raggiungere la grinta e il fascino dei ladri de La Casa di Carta. Il problema è la scrittura, che non arriva – appunto – ad approfondirne il passato, né a creare un qualche arcano intrigante; il risultato è una serie di bravi attori che indossano i panni di personaggi stereotipati.

Il carisma di Berlino resta sempre inscalfibile, e questo nonostante alcune battute di genere trottolino amoroso e confidenze romantiche che francamente lasciano le orecchie di chi ascolta in stato di perplessità.
La serie si chiude alla fine dell’ottavo episodio, con qualche accelerata e salti di sintesi da suscitare incomprensione (avranno finito il budget? avranno tenuto al caldo idee per altre stagioni? non erano convinti della sceneggiatura? chissà!) ma lascia comunque aperte altre rapine (!). Resta solo la speranza che in eventuali altre stagioni di Berlino ci sia una scrittura va bene allegra, ma meno marcatamente struggente, smaccatamente prevedibile.