Svelato oggi a Ca’ Giustinian il tema della prossima Biennale d’Arte di Venezia. La 57. Esposizione Internazionale d’Arte, che aprirà il 13 maggio e si concluderà il 26 novembre, è stata presentata alla stampa proprio dal nuovo curatore: la francese Christine Macel.

Christine Macel (nata nella Ville Lumière nel 1969), storica dell’arte già presente in Biennale come curatrice del Padiglione francese (2013 con Anri Sala) e del Padiglione belga (2007 con Eric Duyckaerts) è l’attuale responsabile del Dipartimento della “Création contemporaine et prospective” del Centre Pompidou di Parigi, nonché l’ideatrice di quella sezione del Beaubourg dedicata agli artisti emergenti. C’è dunque da aspettarsi un soffio di vitalità e novità da questa prossima edizione della Biennale.

Per ora il titolo della 57. Biennale d’Arte suona come uno slogan carico di energia positiva:

VIVA ARTE VIVA

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Christine Macel – Foto © Romina Greggio

Una dichiarazione di passione, come sostiene la curatrice, nei confronti dell’arte e di quel molteplice universo che gli artisti da secoli continuano a plasmare. Un universo vivo, prosperoso e a quanto pare necessario al mondo contemporaneo.

Secondo le parole di Macel “L’arte di oggi, di fronte ai conflitti e ai sussulti del mondo, testimonia la parte più preziosa dell’umano in un momento in cui l’umanesimo è seriamente in pericolo. È il luogo per eccellenza della riflessione, dell’espressione individuale e della libertà, così come dei fondamentali interrogativi.”

L’arte dunque come fulcro vitale all’interno del dibattito contemporaneo, materia capace di svelare nuove prospettive e punti di vista nel tentativo di affrontare problemi quotidiani.
Per questa Biennale è stato pensato un percorso tra Giardini e Arsenale suddiviso in 12 padiglioni – aree definite “stanze di poesia” da Macel. Secondo la curatrice il pubblico seguirà un percorso interiore, quasi metafisico, tra Trans-padiglioni che ospitano le riflessioni/creazioni di artisti di ogni età (dai più giovani alle riscoperte) e nazionalità (Macel che ha fatto il tour du monde per scovare gli artisti definisce l’America Latina un paese di “amazing artists” e precisa che ci sarà una buona rappresentanza europea in mostra).

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Paolo Baratta e Christine Macel – Foto © Romina Greggio

Questa “molteplicità di pratiche e posizioni” va letta come un unico racconto che si snoda attraverso un universo infinito e forse rassicurante. La figura dell’artista è assolutamente centrale in questa futura Esposizione d’Arte, Christine Macel dichiara che

“Viva Arte Viva è una Biennale con gli artisti, degli artisti e per gli artisti”

Rispetto alla complessa, forte e intensa Biennale del 2015 (All the World’s Futures di Okwui Enwezor) l’atmosfera si addolcisce in una sorta di inno agli artisti e alla loro creatività. Ma questa 57. Esposizione d’Arte non sarà un monologo degli invitati perché – come precisa il presidente Baratta – “la Biennale è un luogo di scambio” dove le pratiche individuali diventano esperienza condivisa in uno spazio comune.

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Paolo Baratta e Christine Macel – Foto © Romina Greggio

Proprio per questa “condivisione” è nato il progetto Tavola aperta: ogni sabato (durante il periodo della Biennale) un artista condividerà pranzo, idee e riflessioni con il pubblico. Durante i sei mesi della Biennale sono previsti ben 50 pranzi, forse un omaggio alla tradizione italiana che vede nel pasto il momento migliore di condivisione.
Per chi volesse invece approfondire il lavoro degli artisti prima di visitare la Biennale, è bene sapere che poche settimane prima dell’apertura dell’esposizione verranno postati online sul sito della Biennale dei video realizzati dagli stessi artisti. In questo caso il progetto si chiama Pratiche d’artista.

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Christine Macel – Foto © Romina Greggio

Ma Christine Macel ha chiesto agli artisti un’ulteriore prova d’amore verso la collettività, chiedendo a ciascun invitato di rivelare un aspetto intimo della loro creazione, ovvero la fonte della loro ispirazione. Stiamo parlando dei libri, di quelle pagine che racchiudono il pensiero e la formazione dell’artista.

Questo ultimo progetto – Unpacking my library – prende a prestito il nome dal “sempreverde” Walter Benjamin che nonostante le avversità non dimenticava i suoi diletti libri. I titoli dei libri suggeriti dagli artisti saranno visibili in mostra e inseriti nel catalogo ufficiale che, ultima news, sarà formato solamente dagli scritti degli artisti stessi che avranno così un’ulteriore possibilità di esprimere se stessi.
Attendiamo incuriositi questa 57. edizione della Biennale d’Arte, sperando che l’universo degli artisti riesca a mantenere la terra in vista e che l’arte possa rappresentare davvero, come dichiara la curatrice:

“l’alternativa all’individualismo e all’indifferenza”

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Il Presidente de la Biennale Paolo Baratta – Foto © Romina Greggio