Biennale Arte 2022 – Lettonia: Selling Water by the River
L’idea di trasformare il proprio spazio abitativo in un luogo di dibattito pubblico pare sia nata a seguito di un soggiorno in un monastero buddista zen in California. Così Melissa Braden e Ingūna Skuja, duo artistico dal 1999, rivelano la loro fonte d’ispirazione per questo incredibile padiglione lettone realizzato per la Biennale d’Arte 2022.
Al principio delle artiglierie in arsenale, il visitatore, con stupore e meraviglia, entra in un spazio ridotto colmo di oggetti colorati e inusuali. In realtà molti dei circa 300 manufatti in porcellana esposti hanno le stesse funzionalità degli oggetti di uso quotidiano: sono lampade, brocche, vasi, specchi, ma hanno subito una metamorfosi, ci scrutano con le loro centinaia di occhi, con bocche e denti che in alcuni casi urlano, in altri sorridono.
Gli oggetti sembrano originati da un’esplosione della mente ma, come ci viene spiegato, la loro collocazione non è casuale. Essenzialmente entrare nel padiglione è come entrare a casa delle artiste, che effettivamente convivono insieme da tempo.
Possiamo passeggiare nel loro soggiorno e osservarci allo specchio nell’area della toletta senza incontrare ostacoli perché non esistono muri a suddividere le stanze. In breve si capisce che questa installazione sviluppa una riflessione che va oltre la bellezza dell’artefatto, le artiste infatti si interrogano su quale sia il confine tra spazio pubblico e spazio privato.
Osservando la mappa della casa prodotta per l’occasione, notiamo che accanto ai nomi delle varie stanze solitamente presenti in un’abitazione – cucina, bagno, soggiorno… – sono appuntate alcune parole e azioni connesse ai medesimi spazi. Nell’area della cucina sono segnalate creatività, produttività e storytelling, del resto sappiamo bene che la cucina oltre ad essere una sorta di antro in cui si sperimentano ricette di ogni tipo, è anche un luogo di condivisione, spesso generazionale – dalla nonna ai nipoti o dai genitori ai figli – di storie e racconti. In cucina le artiste posizionano piatti da portata, panieri, porta uova e tazze che sembrano animati.
L’angolo dedicato al bagno chiaramente fa riferimento all’acqua, cioè al prezioso liquido che porta la vita ed è quindi legato al tema della fertilità, motivo per cui troviamo una parete di boccette che rappresentano dei seni, un richiamo al latte materno.
La camera da letto è la zona più privata, custodisce i nostri segreti, sogni, desideri ed è qui rappresentata da un letto in ceramica posto in verticale, tra le lenzuola un mare in tempesta è portatore di gioie e tristezze. Il letto è inoltre circondato dai frutti maturi di un giardino paradisiaco con tanto di lumache sproporzionate e casette per gli uccelli.
Subito accanto troviamo la zona della “vanità”, dedicata alla cura di sé che aiuta a rafforzare la propria identità, genera sicurezza e la volontà di equilibrare corpo e mente. Tra portagioie, specchi, ritratti di vagine e mostruose sedute c’è spazio anche per un inquietante accenno di maternità.
Al centro della stanza un lungo tavolo rappresenta, invece, il punto di incontro e scontro, l’archetipo della comunità che si riunisce in un preciso momento di convivialità. Sulla tavola sono disposti piatti, ciotole, fruttiere – sculture partorite da una fervida immaginazione, mentre un lampadario di falli pende dal soffitto.
Infine non manca uno spazio riservato al sacro, dove è ovviamente presente la scultura del Buddha contornata da fiori di loto e porta incensi. Si tratta dell’antica area dell’altare, che ha il potere di ricongiungere l’umano con i miti e la spiritualità.
“Selling Water by the River” è un padiglione che sicuramente si distingue dagli altri, non solo perché espone porcellane straordinarie, ma perché in un modo creativo ed esagerato invita a riflettere su qualcosa di comune come gli spazi quotidiani, la loro funzione e i loro confini. L’acqua, che metaforicamente sgorga da una fontana tentacolare, costituisce il trait d’union delle stanze, così come in natura è elemento che connette i viventi, in grado di oltrepassare le barriere politiche e sociali. Non a caso con questo intervento artistico alla Biennale Skuja Braden auspicano di aprire un dibattito sulla necessità di rendere gli spazi più inclusivi, ad esempio per la comunità LGBTQIA+ che nei paesi baltici si scontra ancora con una forte tradizione patriarcale che, grazie anche a questa installazione, gli artisti cercano di scardinare.
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59. Esposizione Internazionale d’Arte
Lettonia
Selling Water by the River
Commissario: Solvita Krese
Curatori: Solvita Krese e Andra Silapētere
Espositori: Skuja Braden (Ingūna Skuja e Melissa D. Braden)