Bolzano, Teatro Comunale – Peter Pan, the dark side

Credits Francesco Bondi

BOLZANO – Peter Pan-The Dark Side, opera coprodotta dalla Fondazione Haydn col Tiroler Landestheater, ha debuttato in prima assoluta dopo quattro anni di gestazione sabato 25 marzo al Teatro Comunale. Tutti conosciamo la versione di Barrie, resa famosa da Disney e sempre più attuale nella complessa modernità della generazione Z. Nel libretto di David Pountney, però, l’eterno ragazzino assume i connotati di una creatura adulta, negativa e mitologica che, non a caso, canta un’aria in cui ricorda gli amori erotici di Pan ed Eco. Peter qui esce da un videogame e somiglia più al Quint del Turn of the Screw che alla benevola creatura disneyana: da lui convinti di poter volare, i tre fratelli si spiaccicheranno dal 34esimo piano. L’azione è calata dalla regista Daisy Evans in un universo che nasce dallo scrolling di Wendy, incorniciato dalle luci che ricreano il caricamento delle pagine internet. Il cellulare diventa l’unico contatto con l’esterno, mentre l’interno è buio, sporco e privo di sentimenti. Il riferimento è ovviamente ai social media e al gaming, cupo e sotto l’occhio “televisivo” di una tata-robot.

Il tutto funziona, grazie anche alle scene e ai costumi di Loren Elstein e il lighting design di Jake Wiltshire, sebbene qualcosa si perda nella corsa a dire troppo, soprattutto nel secondo atto in cui realtà e fantasia si mescolano nei “doppi” personaggi della Neverland digitale. Michael e John sono poco sviluppati rispetto a Wendy che è onnipresente e diventa Madre dei lost boys, come tante ce ne furono negli anni Ottanta a New York (vedasi Pose di Ryan Murphy), come poco si capisce della natura di Tinkerbell.

Alla guida dell’Orchestra Haydn, il maestro Timothy Redmond valorizza in modo impeccabile la partitura di Wolfgang Mitterer, un tessuto musicale ricco di spunti classici e contemporanei che si adatta efficacemente alle peripezie dei giovani protagonisti. Frammenti dalla Pastorale di Beethoven, dalla Salome di Strauss, brevi lacerti jazz e folk, soprattutto nel leitmotiv di Peter Pan, dissonanze e incursioni elettroniche, ricreano una dimensione che vuol essere espressione del caos adolescenziale che anela all’età adulta. Un presente che fatica a rimanere tale, spinto com’è dalle pulsioni alle fughe in avanti imposte dai social, qui ben sintetizzate dal teatro musicale di Mitterer.

Il cast è composto da artisti interessanti, validi attori oltre che cantanti. Il tenore Karim Sulayman convince nei panni di Peter Pan, caratterizzato da una vocalità limpida, adatta al miglior Britten, e da un’ottima presenza scenica. Anche la Wendy di Rosie Lomas si distingue per una linea di canto perfetta per affrontare l’ardua scrittura di Mitterer. Bene anche Jakob Pejcic e Dominic Kraemer, rispettivamente Michael e John. Claire Wild è Tinkerbell aggressiva e dal giusto piglio. Affiatato e ben assortito è il duo Tyger-Hook, rispettivamente Gweneth Ann Rand e Andreas Jankowitsch. Completa il cast il controtenore Andrew Watts nel doppio ruolo di Nanbot e Crocodile.

Ottima la prova dell’Ensemble Vocale Continuum, il coro di lost boys e pirates, preparato da Luigi Azzolini.

Successo caloroso per tutti alla prima del 25 marzo.

Luca Benvenuti