I “The Cowboys” poi rimasto The Boys sono stati un gruppo di successo negli anni 70. A distanza di decenni, non sono proprio passati indenni al tempo, ai social, ai talent show. “Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta. Ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta
Qualcuno è andato per età, qualcuno perché già dottore
E insegue una maturità, si è sposato, fa carriera ed è una morte un po’ peggiore” canta Guccini.

 

Film “Tutto qua (The Boys)” di Davide Ferrario.
Photo by Marco Piovanotto

Joe, Carlo, Bobo e Giacomo il sogno della musica e il calore del palco non li hanno messi in un cassetto, ma, tra un revival e l’altro, hanno ripiegato su altre attività più redditizie per le bollette da pagare.

Nella loro routine, tra vicende amorose e personali, irrompe una possibilità di tornare protagonisti con la loro musica: dovranno fare i conti prima di tutto con il passato e poi con i compromessi e ambizioni del mondo di oggi.

Davide Ferrario scrive con Cristina Mainardi e dirige una commedia sull’amicizia e sul tempo che passa senza fare sconti.

“Essere sessantenni oggi è strano, perché non ci si sente vecchi – racconta il regista –  Ma in questo c’è un pericolo: conti- nuare a credersi giovani. Io penso invece che non dovremmo rincorrere chi ha meno anni di noi. Dovremmo essere fedeli a noi stessi e al nostro passato. Il che non significa rimpiangerlo con nostal- gia, ma esserne dei testimoni sinceri, nel bene e nel male. Nella loro semplicità è quello che fanno i nostri Boys. Con un linguaggio capace, quello sì, di attraversare le generazioni: il rock.”

Con le musiche di Mauro Pagani, Boys è un film dal carattere nostalgico, fatto di sguardi e andature, reso delizioso da un cast irresistibile, che ha carisma da vendere.
Nei cinema dal 1 luglio, lascia con il cuore leggero e felice.