Oggi negli Stati Uniti, e non solo, viene messo in discussione il diritto delle donne di abortire. Con questo film coraggioso e bello, ci viene ricordato che questo diritto, così come tanti altri, è stato ottenuto dalle donne dopo anni di lotte e di dolore e non sarà facile riportare indietro la storia..
Nel film, siamo negli Stati Uniti negli anni ’60, anni ancora pieni di puritanesimo bigotto e di altre discriminazioni, purtroppo spesso accettate come un destino necessario, anche da chi le deve subire.

Joy (Elizabeth Banks) vive a Chicago, è sposata, ha una figlia, una bella casa, una marito importante e molti agi, ma il suo destino, benché sia colta e intelligente, è come per tutte quello della casalinga, della “donna ombra”. Una seconda gravidanza mette però a rischio la sua vita: il medico curante suggerisce un aborto terapeutico. Ma il gran consiglio dell’ospedale, tutto al maschile, rifiuta. Dunque Joy è condannata a morte quasi certa; unica speranza è un aborto clandestino.

È così che chiama Jane (Call Jane) ossia entra in contatto con il celebre celebre “collettivo Jane” (Jane Collective) di Chicago, guidato nella realtà da Heather Booth, qui chiamata Virginia (Sigourney Weaver). A contatto con queste donne coraggiose e militanti, che praticano aborti (operati da giovane sedicente chirurgo) per mantenere i costi delle loro battaglie civili, Joy si convince di aderire alla loro lotta, trovando l’energia che le era sempre mancata e lo slancio per uscire dal guscio nel quale le convenzioni la costringevano.
La storia – così come il film – svela che a poco a poco le donne presero fiducia in se stesse e impararono a praticare aborti chirurgici in vece del medico, pur senza essere medici.

Nessuna mai delle donne da loro prese in cura morì.Phyllis Nagy (New York, classe 1962), è una artista militante per i diritti delle minoranze, in particolare gay, essa stessa si è dichiarata omosessuale e con questa pellicola ha sottolineato come nulla si debba dare per scontato e come la solidarietà e l’unità di intenti tra le donne riesca a ottenere obiettivi straordinari, ai quali nessun uomo potrebbe aiutarle ad arrivare. Il film è ben fatto, drammatico e autoironico, ottimamente interpretato e straordinariamente calato nel clima ottuso e teso dei primi anni Sessanta.
Da non perdere assolutamente, specialmente per le ragazze (e i ragazzi) di oggi, è in concorso per gli Orsi della Berlinale 2022.