“Loro cercano di uccidere noi. Noi cerchiamo di uccidere loro”. Potrebbe essere questa la sinossi breve di Civil War, quarta regia del regista britannico Alex Garland, inquietante film di guerra contro la guerra.
Attraverso gli occhi di quattro giornalisti che si muovono nel loro paese, gli Stati Uniti, come se fossero embedded in un paese straniero, Civil War ci porta attraverso l’America devastata da una guerra civile scoppiata per non si sa quali cause – volutamente non spiegate dal regista e sceneggiatore Alex Garland. Ma è chiaro che il film è un atto di accusa nei confronti della polarizzazione politica, termine e fenomeno purtroppo inflazionati.
In un futuro prossimo – che molti hanno definito distopico, ma che forse distopico non è poi molto – gli Stati Uniti sono sotto il terzo mandato del Presidente (Nick Offerman), che governa come un dittatore e apre le danze del film mostrandosi in video e dichiarando quanto le forze governative siano vittoriose contro i ribelli secessionisti delle Western Forces. Le WF sono un gruppo di Stati, capitanati da California e Texas, che vuole rovesciare il governo e si sta dirigendo verso Washington DC per l’ultimo atto. Il dollaro americano non ha più valore, e la moneta per il mercato nero è il dollaro canadese.
Kirsten Dunst è Lee, famosa e pluripremiata fotografa di guerra, che con il corrispondente della Reuters Joel (Wagner Moura) vuole raggingere Washington per documentare la caduta, la cattura o l’uccisione del Presidente. Li mette in guardia dai pericoli Sammy (Stephen McKinley Anderson) veterano del New York Times , che malgrado i problemi di salute decide di aggregarsi ai colleghi pur conoscendo i rischi di una missione quasi suicida: piu di 800 miglia attraverso una terra di nessuno. Quarta componente del gruppo è la giovane aspirante fotografa Jesse (Cailee Spaeny) che Lee accetta con riluttanza per la sua inesperienza.
Le strade da New York a Washington sono desolatamente vuote e devastate da bombardamenti e combattimenti (un po’ in stile This is Us). In una nazione dove quasi ognuno possiede un’arma, tutti si armano contro tutti. I combattenti delle diverse fazioni possono avere tute mimetiche o camicie hawaiane, barbe lunghe e occhiali a cuore, ma tutti hanno fucili che adoperano per colpire in modo indiscriminato chiunque sia vivo o sospettato di essere un nemico, persino tra le musichette di un parco a tema natalizio.
Il viaggio dei quattro reporter si conclude alla Casa Bianca, in una sequenza di azione ricostruita con la presenza di decine di veterani di guerra e messa in scena per essere il più autentica possibile sotto il profilo tattico.
Non ci sono eroi, in Civil War. Perche è una guerra civile nata dalla divisione e dalla contrapposizione di fazioni senza ideologia. Non c’è nessun motivo e nessun tentativo di capire perché soldato sociopatico uccide dopo averti chiesto che tipo di americano sei (nel magnifico seppur disturbante cameo di Jesse Plemons). Però siamo di fronte a un film politico, pensato nel 2020, durante la pandemia, ma sviluppato dopo i fatti del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill. Perché è politica anche Lee-Kirsten Dunst che spiega che è meglio non chiedersi perché: “Noi registriamo cosa accade, così altri possono porsi domande”. Perfino i giornalisti sono desensibilizzati, fanno il loro mestiere, fotografano, registrano, qualche volta ridono, hanno qualche episodio di stress post traumatico, ma poi si ricomincia con il solito agghiacciante circo di odio e violenza.
Scritto e diretto da Alex Garland e prodotto da A24 – con i suoi 50 milioni di dollari è il film più costoso prodotto dalla casa di produzione indipendente – Civil War ha ritmo e azione, è appassionante, grazie anche alla fotografia di Rob Hardy e alla colonna sonora di Geoff Barrow e Ben Salisbury, con scelte di brani che paiono talvolta disconnessi dalla sequenza che accompagnano. Un altro effetto straniante che rende il film interessante e assai avvincente.
Titolo Originale: Civil War
Regia: Alex Garland
Sceneggiatura: Alex Garland
Interpreti: Kirsten Dunst, Wagner Moura, Cailee Spaeny, Stephen McKinley Henderson, Nick Offerman, Jesse Plemons
Durata: 109 minuti
Distribuzione: 01 Distribution
Uscita Italia (cinema): 18 aprile 2024