Visitando le Corderie Freespace si rivela come lo spazio libero lasciato ai partecipanti per esprimere la propria idea di architettura e spazio, un’idea di architettura di qualità e che ne celebri le intenzioni venendo necessariamente a riflettere l’idea delle curatrici stesse.
Lungo il percorso sono state incluse due Sezioni Speciali care alle curatrici: una riguardante il valore dell’attività di insegnamento della cultura architettonica e l’altra sull’importanza degli edifici del passato per l’attività architettonica contemporanea. I due temi ricorrono trasversalmente nell’esposizione ai Giardini e all’Arsenale.
La produzione degli “Antenati” è al centro dell’elegante e intensa installazione di Maruša Zorec, dove con efficace essenzialità vengono presentati i lavori dei propri maestri, l’essenza del loro fare architettura e come questo si sia tradotto nella produzione stessa dell’architetto. E’ interessante come a questo lavoro, che indaga e racconta il progetto d’architettura ricorrendo a plastici della sola pianta degli edifici, venga subito dopo accostata l’opera di Paredes Pedrosa Arquitectos: anche qui il mezzo è quello del modello, che però non lavora più sulla pianta dell’opera bensì sulla sua sezione. Scenografici modelli in pannelli di mdf posti come fogli verticali esplorano lo spazio interno di sei edifici racchiudendo a loro volta un piccolo modello dell’esterno dell’edificio. In questa “inversione spaziale” Freespace è inteso come fruizione dello spazio vuoto.
Per capire la molteplicità di interpretazioni date al tema citiamo ancora il lavoro di Angela Deuber. La modalità espressiva di rappresentazione di Deuber è estremamente personale e travalica il rigore tipico di molta rappresentazione tecnica. Ognuno dei pannelli della sua installazione, intrecciando la rappresentazione di piante, sezioni, prospetti è un dipinto e allo stesso tempo mezzo capace di raccontare ogni aspetto del progetto e dello spazio e di trasmettere in qualche modo l’atmosfera e le regioni che lo hanno generato, il superamento di un confine tra esterno ed interno.
Ci limitiamo a pochi esempi perché bastano a dare l’idea di come Freespace abbia comunque il merito di lasciare campo libero all’interpretazione dei partecipanti e come siano diverse le risposte che sono state date. Questo crediamo rifletta la notevole variabilità di modi ed intenti del panorama architettonico contemporaneo, senza darne necessariamente un’accezione di valore, ed è pure espressione della variabilità dei modi di fare, trasmettere e “vivere” architettura. Visitando le Corderie ognuno, tecnico o meno, potrà riconoscere e forse fare proprie alcune di queste modalità.