“Cuori Puri” di Roberto De Paolis

Interessante esordio nel lungometraggio per Roberto De Paolis. Dopo aver presentato due cortometraggi alla Mostra del Cinema di Venezia, Bassa Marea e Alice, dirige una storia di periferia dal realismo

Agnese (Selene Caramazza) ha diciotto anni; vive con la madre (Barbora Bobulova) donna impegnatissima nella parrocchia, tanto che cresce la figlia con amore sì, ma rigido rigore cattolico. Stefano (Simone Liberati) fa il custode nel parcheggio di un supermercato, è cresciuto tra le case popolari; sembra che quest’occasione di lavoro sia un po’ un’ultima chance.

Questi due giovani, cresciuti nella periferia di Tor Sapienza, tra campi rom e centri di accoglienza, sono a dir poco diversi, si conoscono in modo non convenzionale e si attraggono fin da subito.
Le regole morali della religione di Agnese, il bilico della delinquenza del mondo di Stefano si incontrano e si supportano oltre le loro certezze, in un luogo dove un abbraccio significa tutto.
Scritto da Luca Infascelli, Carlo Salsa, Greta Scicchitano e Roberto De Paolis, Cuori Puri, presentato nella sezione Quinzaine des réalizateurs del 70. Festival di Cannes, è un cinema d’autore che non ha paura di esserlo. Come non teme di sperimentare, partendo da una storia, se vogliamo, non originale, De Paolis stupisce con una camera a mano che centra l’emotività nelle sue varie sfumature dell’amore materno, delle incertezze, del primo amore, del disagio, delle tensioni e della fede.

E in questo suo improvvisare, come il regista stesso ha definito le riprese, il film restituisce allo spettatore la miseria di una periferia abbandonata, dove una madre cerca di salvare la propria figlia imponendole come unica via si salvezza una fede religiosa; altrimenti l’alternativa è la criminalità o poco altro.
Cuori Puri nel suo pregiato realismo, grazie anche ai due bravissimi attori, fa battere il cuore.