Il detective Hae-Jun (Park Hae-il) vive da solo e lontano dalla moglie scienziata, affettuosamente noiosa, che vede una volta a settimana. Chiamato a indagare sulla misteriosa morte di un uomo, in apparenza caduto durante una scalata in montagna, Hae-Jun incontra la giovane moglie cinese dell’uomo, Seo-rae (Tang Wei), taciturna e affascinante nella sua semplice eleganza, che diventa la principale sospettata del caso: ci sono dei segni sul suo corpo compatibili con una colluttazione e c’è, soprattutto, il suo atteggiamento distaccato, quasi indifferente alla morte del marito.
Durante gli interrogatori Hae-Jun inizia a provare attrazione per la donna, un’attrazione che lentamente si trasforma in ossessione e lo costringe a mettere alla prova il suo senso del dovere. Imparare a “leggere” e comprendere Seo-rae diventa la principale attività di Hae-Jun, che soffre di insonnia e trascorre le notti in auto fuori dalla casa di lei a sorvegliarla. Seo-rae è colpevole o innocente?
Questa è solo la prima parte di Decision to Leave, il nuovo, bellissimo film del regista sudcoreano Park Chan-wook: perché dopo la soluzione del caso, e la fine del loro rapporto, il detective e la donna si ritroveranno anni dopo e la morte del nuovo marito di Seo-rae – ancora una volta in circostanze misteriose e violente – farà sprofondare il detective in una crisi profonda.
Da una parte il poliziotto tranquillo, educato, gentile (ispirato al detective Martin Beck dei polizieschi di Maj Sjöwall e Per Wahlöö in Italia pubblicati da Sellerio) dall’altra una quasi femme fatale enigmatica e imperscrutabile.e misteriosa. Due personaggi molto diversi , due solitudini, due personalità che attraggono lo spettatore lentamente nella loro spirale.
Premiato al 75. Festival di Cannes per la migliore regia e candidato agli Oscar come Migliore Film Internazionale, Decision to Leave si allontana dal tema della vendetta dei precedenti film di Park CHan-wook: è un melodramma che si tinge di noir, rende omaggio a Hitchcock, si avventura nel procedurale e non teme di usare a tratti l’umorismo.
Park Chan-wook mescola i generi, crea dei personaggi intriganti e misteriosi e cattura lo spettatore a poco a poco con una sottile e quasi impercettibile tensione che cresce costantemente per tutti i 138 minuti. Se all’inizio chi guarda vuole sapere se la donna è colpevole o meno, mano a mano che ci si inoltra nel complicato rapporto tra i due e nei piccoli e continui cambiamenti di Hae-Jun, si comprende che la verità ha molte sfumature.
Una regia impeccabile, in cui tutti gli elementi sono perfetti: non solo la sceneggiatura di Chung Seo-kyung (scritta con il regista), le ambientazioni contemporanee scure, ricche di specchi e superfici levigate dal design essenziale, la scelta di utilizzare i messaggi vocali e le registrazioni vocali sullo smartwatch dei dettagli delle scene dei crimini, i dialoghi, quasi sempre lenti e sussurrati. E ancora la doppia ambientazione dalla montagna al mare, tutto contribuisce a un film sontuoso, visivamente impeccabile (grazie alla fotografia di Kim Ji-yong) e narrativamente accattivante.
Un film da l 2 febbraio nelle sale italiane, anche in versione originale, consigliabile per apprezzare la cadenza e le sonorità della lingua coreana sono parte integrante del film. Purtroppo è difficile per noi comprendere appieno il lavoro fatto dall’attrice cinese Tang Wei, che qui parla coreano in modo bizzarro, ma esprimendo benissimo le proprie intenzioni.
Decision to leave è, soprattutto, un film sulla perdita: degli affetti e di sé stessi. E Park Chan-wook lo racconta qui con una tensione da thriller, una straordinaria, sottile eleganza e un pizzico di umorismo.
Decision to leave
Regia:Park Chan-wook
Attori: Tang Wei, Park Hae-Il, Lee Jung-hyun, Go Kyung-Pyo, Yong-woo Park
Paese: Corea del Sud
Durata:138 min
Sceneggiatura: Chung Seo-kyung, Park Chan-wook
Fotografia: Kim Ji-young
Produzione:CJ Entertainment, Moho Film
Distribuzione: Lucky Red
Data di uscita: 02 febbraio 2023