“Deepwater – Inferno sull’Oceano” di Peter Berg

Peter Berg dirige un film necessario, ma difficile perché cronaca di un disastro ambientale e testimonianza della morte di 11 lavoratori. Il 20 aprile 2010 un’esplosione devastante ha causato un terribile incendio sulla Deepwater Horizon, una piattaforma trivellatrice semisommergibile situata in acque profondissime al largo della costa della Louisiana. 126 lavoratori si trovavano a bordo della Deepwater Horizon e 50.000 barili di petrolio si sono riversati sul fondo del Golfo del Messico, causando il più grave disastro all’ecosistema marino. Ancora oggi si contano i danni.

Deepwater – Inferno sull’Oceano racconta gli eventi di quel catastrofico incidente, causato da negligenza e avidità. Mike Williams (Mark Wahlberg) è un affidabile capo elettricista a bordo della piattaforma di Jimmy Harrell (Kurt Russell), disciplinato datore di lavoro, una garanzia di sicurezza sull’oceano per un lavoro faticoso. La compagnia petrolifera BP, che affittava la piattaforma, era in ritardo sulla tabella di marcia.

I dirigenti a bordo della Deepwater Horizon, Donald Vidrine (John Malkovich) e Robert Kaluza (Brad Leland), obbligano gli operai a saltare alcuni test ritenuti da loro superficiali, sottovalutando alcuni dati, convinti che tutto andrà per il meglio. Harrell e Williams acconsentono loro malgrado. Si preparano a una lunga notte di trivellazione, ma inaspettatamente una colonna di gas metano risale lungo la trivella fino alla piattaforma, rendendo vani tutti i meccanismi di sicurezza, causando un’improvvisa e letale esplosione.

Sceneggiato con la consulenza del vero Williams, miracolosamente sopravvissuto al disastro, Deepwater – Inferno sull’Oceano è un film potente, teso ed emozionante, che attanaglia la suspense dello spettatore. Tra palle di fuoco, cascate di olio, acqua e fango, uomini in preda al panico inseguiti dalle fiamme, questo film cattura il dramma e l’eroismo, servendosi delle migliori tecniche di ingegneria visiva per realizzare un’opera di inchiesta.