Il regista Asaf Saban scrive e dirige un film ispirato a un episodio simile che ha vissuto quando era adolescente: c’è l’usanza che ogni studente delle scuole superiori israeliane faccia un viaggio ad Auschwitz e in altri luoghi commemorativi dell’Olocausto verso la fine degli studi e prima del servizio militare.

Una classe di studenti, di 16/17 anni, parte per una gita scolastica in Polonia sui luoghi e siti commemorativi dell’Olocausto. È l’ultimo viaggio che potranno fare insieme prima di finire la scuola e poi fare il servizio obbligatorio nell’esercito. Il film si concentra in particolare su tre compagni di classe: il timido Frisch, l’aspirante artista Nitzan e il rubacuori di classe Ido.
Tra questioni di amore, amicizia e politica, questo viaggio li cambierà per sempre.

Ha raccontato il regista: “Alla fine del Liceo– con tutta la confusione, la mancanza di prospettiva, il caos ormonale e lo sconvolgimento emotivo che comporta – decine di migliaia di giovani israeliani vanno all’estero per la prima volta insieme, da soli senza genitori. La natura e la struttura del viaggio hanno lo scopo di creare un’esperienza emotiva che per molti versi assomiglia all’esperienza religiosa di un pellegrinaggio ai luoghi sacri. Il naturale bisogno dei giovani di vivere esperienze potenti aggiunge un altro livello alle loro aspettative di questo viaggio in Polonia”.
Quello che Saban provò all’epoca del suo viaggio, lo ripercorre sincero e sfacciato in questo suo film.