“Delitto al luna park” di Léo Malet

Il caso degli errori

Il 2017 si è appena concluso e tra le cose migliori che ci ha lasciato c’è un regalo di Fazi Editore: la scelta di ripubblicare le opere di Léo Malet, che stanno continuando progressivamente ad uscire con accattivanti grafiche giallonere e con le sempre ottime traduzioni di Federica Angelini e Giuseppe Pallavicini.

In Delitto al luna park ritroviamo il mitico investigatore Nestor Burma alle prese con l’ennesimo mistero, uno dei più ingarbugliati della sua carriera. Un semplice imprevisto –la segretaria Hélène che non rientra dalle vacanze nel giorno previsto – genera una serie di reazioni a catena: tanti piccoli errori e intoppi di vario genere, che condurranno Burma in un vortice di eventi incomprensibili e incontri inaspettati.

Alla Gare de Lyon, annoiato dall’attesa e anche un po’ preoccupato per la fedele Hélène che non arriva, il nostro investigatore comincia a passeggiare, seguendo in modo quasi automatico una donna dalle belle gambe. Viene così condotto al luna park di Avenue du Trône, dove è aggredito da uno sconosciuto; ma Burma sa bene come difendersi e lo sfortunato aggressore precipita dall’ottovolante, morendo. Chi era? Cosa voleva da lui? Il nostro protagonista cerca delle risposte e nel farlo incontrerà una donna seducente, una ragazza scappata di casa, degli artisti circensi e una coraggiosa, inattesa collaboratrice: una vecchietta appassionata di gialli, che il mistero vuole viverlo in prima persona.

Il romanzo fa parte della serie I nuovi misteri di Parigi, nella quale ogni storia è ambientata in un diverso arrondissment. Qui ci troviamo nel XII, quello che contiene le più antiche rovine di Parigi e la piazza della Bastiglia. Come sempre nei suoi romanzi, la città assume un ruolo protagonista, sembra viva – e tra le numerose donne di Burma, rimane Parigi la più affascinante, quella di cui non si stanca mai.

Léo Malet, Delitto al luna park, Fazi Editore, 2017, pp.203, 15.00 euro

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