Dal Brasile viene invece uno dei progetti più emotivamente intensi di questa settima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival: si tratta del cortometraggio Enzo diretto dal filmmaker brasiliano Daniel Souza Duarte de Senav.

Il film è una cruda sequenza di episodi visti attraverso gli occhi di Enzo, un ragazzo dal passato oscuro e segnato da un evento traumatico che allo spettatore non viene chiarito completamente. Enzo non parla, è autolesionista, ha continue allucinazioni ed è violento anche nei confronti del fratello, che vive con lui e se ne prende cura con l’aiuto di uno psicologo che continua a prescrivergli farmaci che sembrano però solo acuire le sue allucinazioni.

Il film alterna scene nella linea temporale principale, in cui vediamo Enzo nella sua abitazione tra le cure del premuroso fratello, a flashback confusi da cui lo spettatore può intuire il tragico evento che ha per sempre cambiato la vita del ragazzo. Il corto si chiude con un finale incredibilmente cruento e drammatico.

Per quanto la trama e la struttura narrativa siano rese particolarmente deboli e scarne dalla mancanza di una completa narrazione dei fatti (lo spettatore infatti non conoscerà mai completamente la vera storia del protagonista) il film riesce perfettamente a comunicare tutta l’angoscia di un personaggio complicato e tormentato come Enzo, fondendo in modo esemplare le sequenze oniriche, i flashback e la realtà, con transizioni ben montate dal punto di vista tecnico tra un livello di realtà e l’altro.

In alcuni passaggi il corto scivola addirittura nel gore, con scene che abbondano di sangue e particolari anatomici rese bene ma forse non del tutto giustificate. In conclusione, Enzo può apparire scontato e confuso in certi punti, ma se non altro è un riuscitissimo esercizio di stile per un regista esordiente, con scene di suspance e tensione rese al meglio (anche grazie all’aiuto di un montaggio magistrale).