Ha compiuto settant’anni l’anno passato ma non invecchia. Puro, coerente, aperto ai nuovi linguaggi, capace di cogliere i venti di novità e ad accogliere giovani autori che muovono i primi passi, questo è il Festival di Locarno. La sua è una vocazione che si conferma ogni anno, la ricerca di un cinema che abbia una precisa conoscenza della realtà, fuggendo le distinzioni tra fiction e documentario.
Dal primo all’11 agosto Piazza Grande diventerà un punto d’osservazione e di diffusione di un modo di vedere e di pensare il mondo attraverso le immagini in movimento, raccontando l’universale e il particolare, l’ordinario e lo straordinario, percorrendo nuove e vecchie frontiere.
Alla ricerca della leggerezza, sarà l’impronta dell’ultima edizione con Carlo Chatrian alla direzione artistica, perché già nominato per la Berlinale del 2020. Sarà un’attenzione a un cinema più popolare e a uno sguardo al passato che porterà ad aprire con Liberty di Leo McCarey, con la magnifica coppia Laurel & Hardy, 23 minuti di comicità musicata dal vivo a cui seguirà Les Beaux Esprits di Vianney Lebasque, commedia irriverente che racconta la storia vera di una frode sportiva ai giochi paralimpici del 2000 a Sydney. Sempre a Leo McCarey, eclettico scopritore di Cary Grant, regista dei fratelli Marx e padre del melodramma cinematografico, sarà dedicata una retrospettiva. Ancora in Piazza Grande, tra gli altri, L’ordre des Médecins di David Roux, Blackkklansman di Spike Lee, Se7Se di David Fincher e Ruben Brandt, collector di Milorad Krstic.
Sempre in linea con comicità e leggerezza, ma per affrontare anche temi importanti, di Denis Rabaglia Un nemico che ti vuole bene, uno scandaglio della famiglia con Diego Abatantuono e Sandra Milo, e poi la commedia di Duccio Chiarini L’ospite, che racconta la fine di una storia d’amore e le difficoltà di una generazione. Di Ethan Hawke, che riceverà l’Excellence Award, verrà proiettato Blaze, sulla vita del musicista Blake Foley; Bruno Dumont, a cui verrà consegnato il Pardo D’onore, presenterà Coincoin et les Z’inhumains prodotto seriale in quattro puntate.
La giuria del concorso internazionale, presieduta da Jia Zhang-Ke sarà completata da Isabella Ragonese, lo scrittore Emmanuel Carrère, Tizza Covi e Sean Baker.
Saranno in concorso 15 titoli, di cui uno indubbiamente extralarge: 14 ore di proiezione per La Flor dell’argentino Mariano Llinas, una sorpresa per i selezionatori che senza alcuno spirito sadico hanno deciso di proporlo al pubblico di Locarno, un film corale con diverse storie sviluppate per genere. Da segnalare anche M di Yolande Zauberman, assistente di Amos Gitai, che ha girato in yiddish una storia di violenze e di riconciliazione; il film franco-turco Sibel di Cagla Zencirci e Guillaume Giovannetti, ambientato in un villaggio turco di cultura patriarcale in cui una ragazza muta comunica con un linguaggio ancestrale fatto di fischi; a cui si aggiungono Alice T del rumeno Radu Muntean e Yara di Abbas Fahdel.
Omaggio ai fratelli Taviani, dopo la scomparsa di Vittorio, con la proiezione della copia restaurata di Good Morning Babilonia, una storia di artigiani che partono dal duomo di Pisa per approdare agli Studios di David Griffith, passando per le trincee della Prima Guerra Mondiale. Altro omaggio sarà tributato a Claude Lanzmann di cui verrà proiettato il monumentale documentario Shoah (1985). Meg Rayan, l’indimenticabile Sally, è l’interprete di In the Cut di Jane Champion e sarà presente per ricevere il Leopard Club Award.
Come Evento Speciale fuori concorso sarà presentato Sembra mio figlio, un film di Costanza Quatriglio che parla del popolo Hazara e della lacerazione di una madre.
Tra gli italiani, ancora Alberto Fasulo con Menocchio, la storia di un mugnaio friulano nell’Italia del cinquecento durante la controriforma, arrestato e processato per eresia dalla Santa Inquisizione (una storia già portata alla luce nel libro Il formaggio e i vermi di Carlo Ginzburg); e il ritorno di Silvano Agosti con Ora e Sempre, un film a più voci sui dieci anni che intercorrono tra il ’68 e il ’78, un intreccio di memorie personali, cronache, storie di movimenti e materiali cinematografici, per restituire memoria di un tempo dimenticato o mai conosciuto.
Questa una breve sintesi, ma il Festival di Locarno è molto altro ancora, per saperne di più https://www.locarnofestival.ch