Così lontano, eppur così vicino. In concorso nella sezione Cortometraggi all’Edera Film Festival 2024, “Frarìa” regala uno scorcio nella vita di Angelo, adolescente nella Sardegna rurale degli anni ’20, tra partite a pallone e ricerca della propria identità.

Alberto Diana, nato proprio in Sardegna nel 1989 e qui al suo primo lavoro di finzione (dopo diversi documentari, tra cui “Pneuma”, in concorso allo stesso Edera Film Festival nel 2022), si lascia ispirare dalle vicende della propria famiglia e fotografa una terra dai paesaggi caldi e incantevoli, dove costumi d’epoca e dialetto stretto (sottotitolato) trasportano immediatamente in un tempo e in un luogo lontani. In un periodo storico in cui il germe del Fascismo stava iniziando il suo percorso, la tranquilla vita di un piccolo villaggio sardo viene scossa dalle prepotenze di un gruppetto di giovani che prendono di mira gli artigiani del paese, tra cui il claudicante e remissivo fratello maggiore di Angelo. Oltre ad esercitare timore su una parte della comunità, i bulli sembrano attirare anche le ammirazioni da parte di Bastiano, il più intrepido amico di Angelo, che vede invece nel dispiego di forza bruta un richiamo al rispetto, e che sembra ambire ad entrare nelle loro grazie. Messo alle strette e ad un passo dallo scontro, Angelo si troverà a dover opporre resistenza e, alla sua maniera e con inaspettato coraggio, definirà sé stesso.

Il carattere evidentemente accentuato dei vari personaggi serve il proposito di farli conoscere nei pochi minuti a disposizione, e di farli ri-conoscere al pubblico in quanto estremamente ben identificabili anche nella vita degli anni ’20 di questo secolo. Spogliati delle camicie a serafino e dei calzoni con le bretelle, estratti dai falò in piazza e dalle botteghe polverose, i protagonisti di “Frarìa” sono i nostri fratelli, amici, e sopraffattori. La particolare attenzione di Diana nel ritrarre i “bruti” come gli unici a parlare un buon italiano, gli unici a vestire abiti costosi, e l’approvazione riscossa su alcuni, sottolinea la sempre attuale difficoltà nel distinguere tra assertività e brutalità, e tra coraggio e prepotenza, specialmente quando celati sotto vesti apparentemente rispettabili.

Intervistato dopo la proiezione all’Edera Film Festival, Diana ha rivelato il progetto di realizzare un lungometraggio ispirato allo stesso soggetto. In attesa di vedere come la storia potrebbe svilupparsi, godiamoci il breve “Frarìa”, storia di formazione senza tempo sotto il sole di una magnifica Sardegna.