Galleria Nazionale delle Marche: al Piano nobile di Palazzo Ducale riapre l’Appartamento degli Ospiti

A pochi giorni dalla chiusura della grande mostra dedicata a Federico Barocci, la Galleria Nazionale delle Marche si prepara a un’inaugurazione. Nell’ambito degli interventi finanziati tramite PNRR, procedono i lavori di adeguamento, riallestimento e rinnovo impiantistico del piano nobile di Palazzo Ducale a Urbino e il 31 ottobre saranno riaperte al pubblico cinque sale occidentali denominate “Appartamento degli Ospiti”.

Storia e studi

Si tratta di una zona del palazzo che Federico da Montefeltro ampliò successivamente all’Appartamento della Jole – recentemente ristrutturato e riaperto al pubblico, nell’ambito degli stessi lavori – verosimilmente destinato ad accogliere degnamente Battista Sforza e la sua corte, immediatamente dopo le nozze. Grazie a preziose carte d’archivio riscoperte e studiate da Machtelt Brüggen Israëls dell’Università di Amsterdam, sappiamo oggi che subito dopo la morte di Federico, durante la reggenza di Ottaviano degli Ubaldini, queste stanze accoglievano lo scalco e le due più vicine al salone degli Angeli erano utilizzate come sale per i pranzi dei gentiluomini di corte. Furono poi forse in uso alla duchessa Eleonora Gonzaga, moglie di Francesco Maria I, e certamente erano parte degli appartamenti di Guidubaldo II della Rovere (1538–1574). Purtroppo l’uso intenso e continuativo nel corso dei secoli ha profondamente cambiato la funzione di questi ambienti. Gli studi condotti sui documenti e sugli spazi architettonici hanno contribuito a ipotizzare l’aspetto originario delle sale, molto diverso nel Quattrocento, e le modifiche cui andarono incontro. Le pareti furono più volte ridipinte, abbellite con stoffe pregiate e persino con carte da parati colorate, ciascuna camera aveva un maestoso camino di rappresentanza e le prime due stanze a sud, formavano un unico ampio salone.

Riordino museografico

In parziale continuità con l’organizzazione data a queste sale da Paolo dal Poggetto, il riordino museografico vedrà la destinazione di una stanza alle sculture di area urbinate di Gregorio di Lorenzo, di ben due sale alla produzione pittorica e scultorea di area adriatica, tra Venezia e l’entroterra marchigiano toccato dalla pittura di Giovanni Bellini, del camerino dorato di Guidubaldo II ad alcuni arredi rovereschi in pietre dure e in intarsio d’ebano e avorio originariamente nel Palazzo Ducale, tra cui uno stipo di recente acquisizione che ha permesso di ricostituire l’integrità di uno studiolo commissionato da Francesco Maria II della Rovere, e infine di una sala alla Madonna di Senigallia di Piero della Francesca, a poche decine di metri di distanza dalla Flagellazione nel suo nuovo allestimento nell’Appartamento della Jole.

La scelta strategica di ricollocare quest’opera nei pressi della Sala degli Angeli è stata motivata, da un lato, dalla necessità di offrire una migliore fruizione ai visitatori del museo nel nuovo percorso di visita e dall’altro dalla proposta di approfondire ulteriormente il rapporto mecenatistico tra Piero e il duca Federico da Montefeltro a circa due decenni di distanza dalla Flagellazione. Lo stile della Madonna di Senigallia (1474–1475 ca., tempera e olio su tavola, cm 61 × 53, inv. D 58), infatti, vicino alla Pala Montefeltro, racconta del periodo finale della frequentazione della corte di Urbino e dello studio della pittura fiamminga. Al dominio assoluto della pittura Piero unì la conoscenza diretta di opere di Jan van Eyck, di cui Ottaviano Ubaldini possedeva un dipinto oggi perduto. Questi interessi in qualche modo anticipano e danno una risposta alla ricerca del duca di Urbino di una pittura che restituisse al massimo grado la naturalezza della visione nella luce vera della realtà, come sarà per i 28 ritratti di “Uomini illustri” che Giusto di Gand e Pedro Berruguete dipinsero per il suo studiolo. Con grande verosimiglianza e attenzione ai dettagli, il maestro dipinse le stoffe, come il velo trasparente di Maria, i metalli preziosi e i minerali, dalle perle alla pietra serena dell’architettura. Un vertice assoluto della sua bravura è la resa della luce che entra dai vetri della finestra riflettendosi nel fondo: tra i raggi solari sembra che si muova il pulviscolo atmosferico, invitando lo spettatore a perdersi nei suoi mille brillii catturato dallo sguardo intenso dell’angelo dai capelli d’argento.

Il rinnovo impiantistico

In continuità con quanto già fatto nei precedenti lotti di lavori, relativi all’Appartamento della Jole, alle soprallogge e allo scalone, il nuovo allestimento medierà tra la valorizzazione delle opere, quella dello spazio e degli elementi architettonici, e un maggior comfort per i fruitori. Un ruolo chiave sarà svolto dall’illuminazione, realizzata con tecnologie di ultima generazione con progetto di Giuseppe e Iskra Mestrangelo per Lightstudio. Dal punto di vista impiantistico, una serie di apparecchiature high tech, nascoste in appositi totem, permetteranno di controllare il microclima delle sale (temperatura, umidità, velocità dell’aria e polveri sottili) permettendo un puntuale monitoraggio dei parametri conservativi delle opere mentre, un sistema domotizzato attiverà le sedute scaldanti aumentando il comfort dei fruitori durante la visita. Anche in questo caso, si è colta l’occasione di effettuare un rigoroso monitoraggio dello stato di conservazione di tutte le opere e si è proceduto a un massiccio e generalizzato intervento di anossia su tutti i materiali lignei, dalle preziose tavole alle eleganti porte intarsiate; si è proceduto anche ad un generale intervento di manutenzione straordinaria e restauro degli ambienti nella loro complessità intervenendo sulle pareti, i pavimenti e le decorazioni lapidee.

Finanziamenti e organizzione del lavoro

Rientranti nel medesimo obbiettivo [M1C3 – Investimento 1.3 “Migliorare l’efficienza energetica in cinema, teatri e musei”], i finanziamenti sono stati due: per l’importo di 2.737.600,00 euro il primo, che prevede l’Intervento di miglioramento, adeguamento ed efficientemento energetico per il confort ambientale degli spazi espositivi della Galleria Nazionale delle Marche con monitoraggio ambientale del Palazzo Ducale di Urbino; di 3.285.780,00 euro il secondo, che prevede l’Intervento di messa a norma dell’impianto elettrico e la realizzazione di un nuovo allestimento illuminotecnico con relativo layout delle opere presso il Palazzo Ducale di Urbino; entrambi sono confluiti in un unico progetto di revisione museologica e museografica degli spazi espositivi del museo.

I lavori sono stati condotti a lotti definiti, per permettere comunque la fruizione del museo, sia perché l’intero secondo piano – recentemente ampliato e riallestito – resta completamente accessibile, come anche il piano terreno e i sotterranei, sia perché lo stesso piano nobile, è rimasto in buona parte fruibile e le principali opere (Raffaello, Piero della Francesca, Tiziano, Città Ideale, etc.) sono sempre state esposte al pubblico.

Da sottolineare, infine, che gli aspetti museologici hanno visto impegnato in prima persona il Direttore Luigi Gallo insieme a Giovanni Russo, Funzionario Storico dell’Arte della Galleria affiancati – per gli aspetti museografici – dal Funzionario Storico dell’Arte Valentina Catalucci e da Andrea Bernardini. Il progetto architettonico e l’allestimento è stato curato dal Funzionario Architetto Francesco Primari, così come interne alla struttura sono anche i Funzionari Restauratori Giulia Papini e Francesca Graziosi che hanno affiancato lo staff per quanto concerne gli aspetti conservativi delle opere. Un lavoro compiuto quindi, con il principale contributo dello staff interno al museo.

Info: https://gndm.it.