“Il giardino degli artisti. L’impressionismo americano” di Phil Grabsky

Mary Cassatt, John Singer Sargent, Childe Hassam, Philip Leslie Hale… e il contagio della bellezza all’interno di una rivoluzione anche storica.

Il giardino degli artisti. L’impressionismo americano è un documentario meticoloso con loquacità didattica, capace di incuriosire e ammaliare.

Nel 1886 il mercante d’arte francese Paul Durand-Ruel porta trecento dipinti impressionisti a New York. In breve tempo moltissimi artisti americani vengono  contagiati da tanta bellezza.
Alla fine del 1800, l’America cambia, si ritrova alla ricerca di una propria definizione, di una sua identità anche attraverso i popoli. Subito si è guardato all’Europa.

È da qui che prende il via Il giardino degli artisti. L’impressionismo americano di Phil Grabsky che sarà nei cinema solo il 9 e 10 maggio come nuovo appuntamento della stagione della Grande Arte al Cinema. Il documentario racconta infatti le vicende dell’Impressionismo americano e del suo rapporto con il Garden Movement, fiorito tra 1887-1920.

Entrambi i movimenti hanno risposto al rapido cambiamento sociale causato dall’industrializzazione americana. La crescente urbanizzazione stava infatti spingendo l’emergente classe media a cercare rifugio in periferia, dove nel tempo libero era possibile coltivare piccoli e grandi giardini privati.

Il regista guarda con molta attenzione soprattutto alle pittrici femminili; ma è tutto l’universo delle donne che lo interessa, infatti indaga anche molto sul modo in cui i pittori le hanno rappresentate.
Quando parlavamo di rivoluzione storia all’inizio, intendevamo che in questo periodo le donne americano ottennero il diritto di esporre e vendere il loro lavoro al pari di quello degli uomini, emancipandosi dall’essere ritenute dilettanti

Il film mescola sensibilmente i quadri con i filmati dei luoghi che li hanno ispirati. Un lavoro eccellente e coinvolgente.