Fondazione Berengo presenta l’ultima mostra del 2019 per il ciclo RADICAL, ideato da Penzo+Fiore come strumento di indagine del contemporaneo di ricerca in cui si pensi al vetro, main material della storica fornace, non come oggetto ma come concetto. Con la proposta di Lorenzo Balbi si entra nel vivo di un territorio complesso e ricco di contraddizioni attraverso la mostra personale dell’artista Giovanna Repetto, Atmosfera, mostra inaspettatamente attuale per il suo farsi zoom sulle urgenze che attanagliano la città di Venezia.
Partiti a dicembre scorso con Daniele Capra, che ha proposto un progetto del tutto politico in cui uno dei lavori prendeva le mosse da una storica scritta antifascista sul muro della chiesa di Santo Stefano, opera di Nemanja Cvijanović, affiancata alle decorazioni di sangue di Giovanni Morbin che inzuppavano i muri di Palazzo Franchetti, Radical ha visto poi la presenza di Matteo Bergamini con
la proposta di Marcella Vanzo, irriverente e rispettosa “ballata” per batteria heavy metal a ricordo dei morti del santuario di Redipuglia. Terzo appuntamento è stato il recente duo Elena El Asmar e Loredana Longo curate da Pietro Gaglianò, con un discorso intorno alla libertà in grado di attraversare un paesaggio mediterraneo cauterizzato dalle bruciature del presente e onirico come arazzi dal sapore orientaleggiante.
Con Giovanna Repetto, all’improvviso, ci si ritrova immersi in una mostra site specific che non si colloca solo abilmente nello spazio della Fondazione, ma a cerchi concentrici nel più ampio paesaggio lagunare. La ricerca di Giovanna Repetto (Padova, 1990. Vive e lavora a Torino) si misura con la difficoltà di tracciare in futuro una storia dello spazio contemporaneo, inteso come ambiente (geo)fisico ma
anche come contesto sociale politico e culturale in continuo cambiamento. L’uomo oggi, infatti, interagisce e cambia il proprio ecosistema ad una velocità inimmaginabile rispetto ai tempi dell’evoluzione che hanno determinato le ere geologiche o l’evoluzione delle specie animali e vegetali.
La sua indagine è finalizzata ad ottenere una fotografia (intesa come documento) che narri queste realtà stratificate, queste atmosfere, utilizzando media diversi come video, installazioni o progetti complessi. Intendendo lo spazio come immagine antropomorfa dell’uomo, l’artista racconta un paesaggio attraverso il legame con chi questo spazio lo crea e lo vive. L’artista cerca così di rendere tangibile un nuovo immaginario di paesaggio in movimento che non può essere mappato, perché effimero, e che esiste solo per un breve lasso di tempo.
Giovanna Repetto
Atmosfera
A cura di Lorenzo Balbi
Fino al 18 gennaio 2020
Fondazione Berengo – Palazzo Cavalli-Franchetti, San Marco 2847, Venezia
Orari: da giovedì a sabato ore 14 – 18 o su appuntamento
Entrata libera
www.berengo.com